La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' Ao:;SEl\l.BLEA FRANCESE. 4 3 1·iso a diritta.) So bene che la vostra onestà c moderatezza nol vi consentirebbe. (Nuovo sorriso. ) Voi vorreste condannare la lettera, e perdonar chi la scrisse ; ma resta a vedere se questi vorrà accettare il vostro perdono. Il Presidente potrebbe mai farsi strumento a Roma di una politica, condannata dalla sua ragione e dalla sua coscienza, riprovata dalla famosa lettera del 18 ·agosto ? Non dovrebbe amar imeglio le mille volte smctlcrsi da u11 potere così avvilito? Un Ministro, se vede la sua politica condannata dall'Assemblea, si ritira : pretendereste sospingere il Presidente ad un passo così estremo? MoLTE vocr a diritta. No l no l ce ne guarderemmo bene! M. MATHIEU. Ah l dunque voi supponete minor sentimento della propria dignità nel primo magistrato della Repubblica, che non nei suoi Ministri l Pensate forse che egli possa ritirare il passo innanzi alle calunniose insinuazioni ùei giornali sedicenti religiosi? essi han già detto che M. Bomtparte ha dettata quella lettera per ingraziarsi l'armata. M. DE MoNTALE:MBEBT. Dove avct'c voi mai letto codesto? M. MATHmu. Essi l'han detto. Io l'ho letto cogli occhi miei; che cioè M. Bonaparte volca acquistare un poco di popolarità tra i demagoghi; ed aggiungevano di sperare che il Presidente farebbe senno, e a questo sol patto si sarebbe dimentico un passato indecoroso. M. AnATuccr. Questi giornali saranno stupidi, e non c' è altro. M. MATHIEU. E voi vorreste che il Presidente accettasse queste odiose accusazioni di ciarlatanismo? Ma allora, ve ne scongiuro, proibitegli di chiamarsi più Napo~

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