La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSEl\lllLEA FRANCESE. 41 gati della vostra moneta! Ma soprattutto è egli ragionevole il rimprovero? La corte di Gaeta avea stancata la pazienza e affranta Ja sanità, io non so a quanti dei vostri diplomatici; voi non la conoscete, signori Ministri, quella corte! e innanzi d'intavolare le trattative, avreste dovuto leggere l' ultimo discorso di Tayllerand all' Accademia delle scienze morali e politiche : vi avreste veduto dimostrata a maraviglia la superiorità dei teologi nella diplomazia; superiorità che ha dato balìa ad uno dei vostri colleghi, di menarvi pel naso per tutto un anno (1). Da quel discorso vi sareste accorto, che i vosl.ri diplomatici non erano alla portata di quei di Gaeta. Due mesi eran passati in negoziazioni sterili; e se alla fine, il Presidente parlò alto, io non potrei che congratularmene seco lui. UNA vocE a diritta. Ma non foste voi che lo metteste in accusa? M. M.A.THIEU. Noi non mettemmo in accusa la lettera, ma la persona del Presidente. Si opporrà che la lettera non è conforme alla Costituzione in quanto manca della soscrizione di un Ministro. Troppo tardi ve ne siete ac- (1) Qui l'oratore intende far cenno a u. de Falloux, alle cui generose ispirazioni cattoliche si deve in gran parte la spedizione romana, ma si deve soprattutto che essa non sia uscita da quella via che era voluta dalla immensa maggioranza dei Francesi. È nondimeno notevolissimo che quando si è venuto a stringer l'affare, l'onorevole Ministro è stato lontano non pure dal gabinetto ma da Parigi per grave indis· posizione di saAità. E così, che che sia degl'inizi, quest(} trionfo definitivo dei diritti della Chiesa non si può senza flagrante menzogna recare al lffinist1·o teologo. È grande la Provvidenza quanòo toglie a strumenti dei suoi disegni uomini che gl'intendono e gli amano! ma si mostra ancora più grande quando gli uomini tolli a strumenti non amano quei dise~ni, c talora neppure gl' intendono. 4.

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