La quistione romana nell'Assemblea francese

28 LA QUISTIONB ROMANA rapporto dell'onorevole M. Thiers, ed il discorso del ministro per gli affari esteri han vinto ogni mio presentimento ed ogni mia apprensione. Giammai, oh ! no . giammai, io non avrei potuto supporre..... (Il tono t?·agico dell' orato1·e eccita a diritta dei bisbigli ù·onici: mormorio a sinistra.) h PRESIDENTE, verso la dritta. Io vi prego di non fare la controparte di ciò che si è fatto poc' anzi da quest'altro lato. M. MATniEU. Ve lo ripeto : dopo le promesse fatte da questa tribuna, dopo le assicurazioni date al popolo romano, dopo i proclami diretti all' Italia dai Generali francesi, io non avrei potuto supporre che dinanzi a questaAssemblea si sarebbe esposta una politica somigliantea quella, onde gli onorevoli Thiers e de Tocqueville si sono costituiti espositori: (Approvazione a sinistra.) Tutti i risentimenti che si nutrono da febbraio in qua contro lo spirito rivoluzionario, che al trar dei conti non è altro che lo spi· rito di progresso..• (Sc lamazioni a diritta.) A sinistra. Sì! sì ! M. MATHlEU· Tutti questi risentimenti, io diceva, han fatto esplosione nel rapporto di M. Thiers e nel discorso di M. de Tocqueville. Quanto alla vostra Commissione, essa ha creduto doversi far giudice eli tutti i popoli italiani, i quali ebbero il torto non certo grave di credere un momento, che l'ora della libertà e dell' indipendenza fosse suonata per essi : per questi popoli la vostra Commissione non ha trovato che parole di biasimo ! È vero ! Non vorrò dissimularlo : la democrazia è stata vinta non pure in Italia, ma in tutta Europa, colpa la defezione, dico meglio, l'apostasia quasi comune dell'antico partito liberale. Sì! i popoli caddero in questa gran lotta , onde

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