La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSEA1BLEA FRANCESE. 9 bero, ad ogni menomo avvenimento, gettare la Francia in un torrente devastatore, e coloro che la vorrebbero assiepata in propria casa, senza brigarsi di nulla, vi avea una via di mezzo, temperata e pratica; e questa era che, chiamate le armi straniere in Italia per le follie di una fazione, essa vi si mostrasse a compiervi la sua parte di bene·per salvare dal naufragio delle libertà italiane qualcuna delle spe.canze concepute all' avvenimento al trono del nono Pio. Or questo, appunto, ha fatto la Francia con provvidenza e risolutezza uguale. Gli è vero che essa così movea le armi contro di una Repubblica, ma forsechè l' essere ·di repubblica bastava a rendere legittimo e sacro il -governo istituito sul Campidoglio? Noi noi crediamo; stimiamo anzi che una tale abbiezione zoppichi da più di un lato. UNA vocE a sinistra. È vano il dirlo! -voi l'indebolite L anche più i M. THIERs (seguitando). La nostra. Costituzione avrebbe sconosciuto ogni principio di ragione, se avesse inteso che questa o quella forma di governo dovesse renderei uno Stato vicino odioso o sacro. L'essere amici o nemici non si misura dalla forma di un governo , ma dalle condizioni che lo accompagnano. Così la nostra Costituzione si è ristretta a dichiarare , che la Francia non prenderebbe le armi contro la libertà o nazionalità di alcun popolo straniero. Questo testo risolve per uoi la quistione costituzionale. È forse ila a Boma la Francia per nuoc8re alla libertà d' Italia, e in particolare a quella del popolo romano? Su tal proposito, i fatti parlano troppo alto, sl che alcuno non può restarne in forse. E che vuoi dire, che si grida contro i risultamenti ottenuti? Che si dice non abbastanza domo il partito ostile alla

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