La quistione romana nell'Assemblea francese

8 LA QUISTIONE ROMANA francese, cattolico c liberale, non si sarebbe potuto stare in forse su questo, che unà intervenzione, già inevitabile per la colpa di chi avea perduta la Francia, sarebbcsi fatta con migliori auspicii dalle nostre armi che non dalle tedesche. Potean seguirne senza fallo difficoltà, dispcndii, sangue versato, e queste erano, nol neghiamo, considerazioni gravissime. Ma se queste poteano essere allegate dagli spiriti misurati, che non vorrebbero in alcun caso ·compromettere la Francia in affari esterni ; certo avrebbero mal garbo ad allegarle coloro che vorrebbero versare tutto il sangue e tutti i tesori della Francia, per la propaganda più folle, più sterile, più impotente di quante mai ne sorgessero in umano cervello. Egli è strano davvero che, mentre da una parte si vorrebbe pericolare l' esistenza medesima della nostra patria in una lotta formidabile per imporre a tutti i popoli non so che forma unica di governo, si rifiuti dall'altra uno sforzo moderato per mantenere l' equilibrio delle influenze europee, e·per impedire una controrivoluzione in una contraùa che ci riguarda in così alta maniera come l' Italia. Tuttavolta, se gli sforzi che dovea costarci la spedizione romana, non possono recarsi in coutrario da chi propone la guerra universale per ogni nonnulla, quegli sforzi, dico, debbono essere considerati quando sono proposti da coloro che credono la Francia dover restringere la sua azione, finchè le alleanze europee si mantengono nel presente stato. A questi noi risponderemo che, se la Francia si fosse restata irnmota c chiusa in sè stessa, lasciando all'Austria tutto fare c tutto decidere in Italia, forse essi medesimi, vcggendonc le conseguenze, avrebbero condannato una inerzia portata a cosi nlto gl'ado di anncgnz10ne. Tra coloro rlt c Yorrch-

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