La quistione romana nell'Assemblea francese

XXIV AVVERTENZA. colli e le parole francesi, la fretta nondimeno onde è stato fatto lascerà sicuramente non poco a desiderare ; ma quanto a molte maniere da asseml;>lea e quasi tecniche come, per esempio , dare, avere , domanda,re la parola, ordine del giorno, chiamare alt' ordine e se ce ne ha qualche altra, queste si sono fasciate nei loro gallicismi, ed il lettore, speriamo, non sarà.così schifiltoso da farcene un delitto di leso purismo. Noi non abbiam lingua parlamentare per la buona ragione che non abbiamParlamenti : il solo che sia in piedi ha avuto troppo da fare per pigliarla con frati e suore e per tartassare i Vescovi, sì che non dee stupire che siagli mancato l'agio e la voglia di arricchire .il Vocabolario della Crusca. Le cose discorse in quest' Avve1·tenza, e più forse ancora quelle che si leggeranno nella discussione, non sono certo tali da blandire le nostre ambizioni nazionali; potrebbero anzi ferirle e tirarci sul volto molta vergogna. Ma se non ci riconosciamo del male, sarà nulla del cercarne il rimedio. Questo la Provvidenza ce lo ha preparato, ce lo stà soavemente apprestando , e noi lo troveremo ripensando che i casi avversi sostenuti fin qui sono stati per lei ordinati non a ruina, ma a correzione del nostro popolo. Però scrissi nell'epigrafe: obsecro eos qui lwnc librum lectu1·i sunt ne ablwrrescant propter adversos ca .~~ts, sed reputent ea qum acciderunt non ad interitum sed ad correptionem esse generis nostri. Parigi 7 noYcmhrc 18r.9. CARLO M. CURCI, D. C. D. G.

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