La quistione romana nell'Assemblea francese

- 146 LA QUISTIONE ROMANA cietà e pei cuori onesti , che furono sgomentati all' aspetto dei vostri eccessi l (Segni d' approvazione, e lung !ti applausi sui banchi della maggioranza.) Il movimento che io segnalava come già voi' che voi riconosceste nel mondo politico, questo movimento ebbe altresì luogo nella Chiesa e nel mondo cattolico, del quale oggi voi discutete il destino. Quando· il nono Pio montava sul trono, e quando veggendosi innanzi la libertà, la moderna democrazia, egli avanza animoso diritto a lei dicendole : tu sei la mia figlia e tuo padre sono io..... (Riso i1·onico a sinistra.) IL PnEsm. (verso la sinistra). Ma codesto sì! è il colmo della inverecondia l Vocr 1\IOLTEPLICI alla diritta. Bravo ! Benone! Aspettate il silenzio per continuare ! M. DE MoNTAL... quel giorno appunto si apersero due opinioni nella Chiesa cattolica; l'una dei pochi, ma assegnati, paurosi alquanto, un poco diplomatici ma sperimentati , inùanzi negli anni e saputi : essi diceano : oh! che il Pontefice s'imbarca in un cammino rischioso, d'incertissimo esito c che forse gli tornerà a male. Gli altri , e questi erano la maggioranza ed io era del costoro numero, io, i miei amici, ciò che appellavasi allora il partito cattolico, noi abbiam tutti salutato con passione, con entusiasmo questo generoso ardimento del Papa. Or bene ! ci è forza il dirlo , .noi abbiam ricevuto una solenne e spaventosa mentita; lo sperimento è riuscito non già contro noi, non già contro Pio IX, ma contro la libertà! (Molteplici bravo a diritta ). E di qui che io vorrei vedermi innanzi tutti codesti demagoghi, tutti codesti perturbatori onde parlai poc' anzi , per loro intuonare una bella volta tutta intera la verità. (Vivi as-

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