La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSE111BLEA FRANCESÈ. 135 « isharazzarsi una volta de11a sua autorità.>> (Ah ! ah! lunga ilarità a diritta.) Io truovo ben dialctt ici gli uomini che parlano a questa g11isa ; c non dirò che essi siano incompetenti in questa materia, chè anzi io li truovo competenti oltremodo. (Nuova ila1·ità.) Solamente dichiaro che la loro opinione pruova contro di loro; che essi parlano p1·o e dimostrano contra, e che converrebbe supporre il Papa co' suoi consiglieri al tutto ciechi , da non essere illuminati da confessioni cotanto dialettiche e franche. E questo della prima gcnera~ione di uomini che pretendono governo rapprcsentatiyo in Italia per farsene sgabello alla repubblica. Oltre a questi cc ne ha degli altri e son coloro che non distrussero il governo parlamentare in Francia , ma lo amarono anzi, lo servirono, lo praticarono; ed io, voi lo sapete, sono del costoro numero. lo ho amato di cuore il governo rappresentativo ; io ho fatto anche più che amarlo, ben molto più : io ci ho creduto. Io ci ho creduto di buona fede anzi, se volete proprio che io vel confessi, io ci credo tuttavia... (Riso prolungato.) PARECCHIE voq. Bravo! benissimo ! (Strepito a sinistra.) M. DE MoNTALEMBERT. Io opino che standone alla teoria c avuto riguardo all'umana imperfezione, quella è la miglior forma da moderare l'umano consorzio. (Brontolìo.) Soffrite nondimeno che io ve lo dica: voi mi avete insegnata una pratica tutta diversa dalla teorica (si ride) ; ed io ne traggo profitto. Avendo visto che una tale forma condotta come lo fu dalla parte del Governo e della opposizione , dagli uomini onorandi che ora mi veggo innanzi, 1.\L Barrot, l\1. Thiers, M. Dufaurc, l\I.l\Iolé e tanti altri , con tuHe le possibili condizioni di prosperità , di

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