La quistione romana nell'Assemblea francese

134 LA QUlSTIONE llO,\IANA la Chiesa, pc! carico onde egli non è, come lo dicn e medesimo og11i giorno, che uu simplicc depositario ( Segni d'assentimento a diritta.) E pcrciocchè egli con· vien teuer conto della pul>blica opinione, egli mi pare ehe debba pure staeci per qualche cosa la pubblica opinione dci cattolici. Dall'aver chiarito così, che il suffragio deliberativo accordato alla Consulta suonerel>be il medesimo che la sovranità parlamentare, io inferisco che il Pontefice c coloro che qui difendono la sua politica, hanno il diritto di opporre al ristabilimento del potere parlamentare nello Stato romano varie maniere di obbiezioni che io in pochi cenni vi verrò esponendo. E pria di tutto hanno il diritto di chiedere : chi son poi coloro che aspirano a somiglianti istituzioni, le parlementari cioè o, come dicevasi poc' anzi, la monarchia rappresentativa? Sono due generazioni di persone: e primi vengono coloro che le hanno distrutte in Francia, e si appellano repubblicani de la veille o diremmo di antica data. Ma allora come possono essi ùimandar per l'Italia delle istituzioni che essi medesimi hanno bandite dalla Francia? (Sorriso di assentimento a diritta.) lo trovo la · spiegazione di tal mistero in un brano del giornale LeNa· tional, sotto la data del 12 settembre 1849, la stessa del Jllotu proprio. DNA vocE. Curiosa coincidenza! M. .DE MoNTALE:rtiBEB.T. Ecco dunque come parlava il giornale: << Che che facciasi Pio IX, il popolo romano non « accetterà francamente le libertà che gli si vorrebbero « donare : egli non se ne servirà che per ispossessarc il << principe che avrà creduto potergliele concedere e per

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