La quistione romana nell'Assemblea francese

124 LA QUISTION.E J\O~lANA II più degli oratori che quinci si son fatti ascoltal'C han dichiarato, che non si potea esigere per gli Stati romani ciò che il ministro degli affari esteri ba appellato la grande libertà politica. lo quindi mi studierò di esaminare con esso voi se, arriesso una volta questo principio, si possa o si d(\bba dimandare di più di ciò che contiensinel Motuproprio. Questo nonè che unprogramma; è in certa guisa la dichiarazione di Saint-Ouen fatta da Luigi XVIII innanzi di dar la Carta del18·l4; e così dee riguardarsi siccome un atto che acclude i principi e le basi del futuro governo dello Slato pontificio. Già fu detto , ma permettetemi di ridirlo per ben determinare il netto della quistione : quest' atlo assicura quattro principali guarentigie . Primamente la riforma della legislazione civile, in secondo luogo quella dei tribunali, terzamente delle libertà provinciali e municipali più grandi ancora che noi non abbiamo nè· avremo forse in Francia, come sembrami avere ascolto ieri dal presidente del consiglio ; sì grandi che voi non osereste quanto al presente farne godere la città di Parigi , e ne avete ben onde. (Sorriso di approvazione a dritta.) Da ulLimo il Motu proprio guarentisce la secolarizzazione dell'ordine amministrativo in questo senso , che non v' abLia esclusione di ecclesiastici, ma ammissione di laici. Sul qual proposito giova osservare che una tale ammissione dei laici è oggigiorno sotto il pontificato di Pio IX talmente generale , che secondo una statistica uffiziale ùi tutti gl'impiegati pontifici pubblicatanovellamente inNapoli, abbracciante i carichi politici,guidiciari e amministrativi coi rispettivi salari nel1848, secondo questa statistica, dico, non ci ha che 109 ecclesiastici su 5059 laici ; questa è la presente proporzione.

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