La quistione romana nell'Assemblea francese

NELt' ASSRMBLRA FRANCESE. 109 M. DARBLAY. Si dovrebbe uscire dall' una e dall' altra. M. V ICTOR HuGo ( se,quitando ).... una seconda Algeria, io diceva, per inviarvi i nostri soldati necessari alle frontiere, e i nostri milioni che servirebbero a riempire i vuoti delle nostre finanze (Bravo! Benissimo!); e dove saremo obbligati a star come in campo Dio sa per quanto, sempre sull' armi, sempre sull' avviso e inceppati in mezzo alle complicazioni europee. Nostro impegno è, lo ripeto, di abbandonar Roma, come tosto l'austriaco avrà sgombrata Bologna. Ma per abbandonar Roma dovremmo assicurarci di non !asciarvi una rivoluzione dopo le spalle ; a cessare il qual rischio non vi ha altro mezzo che finire la rivoluzione. Or come si fa egli a finire una rivoluzione? (Ah! Ah! sentiamo! sentiamo!) IL PRESID. Ascoltate dunque: è questo il nodo della quistione per tutti. . M. VrcTon HuGo. Una rivoluzione non si finisce che adottando quello che ha di vero, e soddisfacendo a ciò che ha di giusto (1). Il Presidente della Repubblica lo ha pensato, e librand<;> le condizioni del Governo romano dettava la famosa sua lettera; quando dall' altra parte il Governo clericale pensa tutto il rovescio e, volendo pur esso finire la rivoluzione, non conosce altro mezzo per riuscirvi che comprimerla , nel qual senso ha messo fuori il Motu proprio. Che n'è quinci avvenuto? Il Motu proprio e l'amnistia, questi due calmanti altrimenti sì efficaci hanno eccitata l'indegnazione del popolo romano. (1) Avrebbe dovuto aggiungersi : dist1·uggendone ciò che v'ha d'iniquo e comprimendone ciò che vi ha di 1·estìo. Ma gli omtori montani non ammettono neppure la lontana possibilità che una rivoluzione trasmodi :vi pare! t. O

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