Il problema burocratico

tenza del Ministro ; nel qual caso bisogna attendere che S. E. trod il minuto di tempo per segnare questa carta, fra le centinaia che ogni giorno gli sono portate davanti e che egli è nella impossibilità di leggere. « Quando dopo quel po' po' di via-crucis, il nero è sul bianco, la via-crucis non è finita. La « pratica » torna a camminare, anzi a discendere dal Ministro al Direttore generale, dal Direttore generale al capo-divisione, dal capo-divisione al capo-sezione, dal capo-sezione al segretario minutante. Auff I è finita. Il minutante (che il più delle volte ha la_ laurea) deve verifi are se vi stanno !utti gli allegati. Manda ali' archivio. L' archivi9 spedisce. « Sono, in complesso, 18 o 20 passag~i, che fa una carta, anche ove richiegga il più semplice dei provvedimenti, ,tnche ove si tratti di accusare' ricevuta (così il gergo del modulo a stampa B, n. 743). << Passiamo ad un altro canone fondamentale del tecnicismo burocratico. Ogni lettera, nota o•provvedimento, che esca da un Ministero, deve essere formulata in modo da riassumere in sè tutti i precedenti; deve fare la storia di tutto l'affare ; deve cominciare (come diceva Laveleye dei discorsi degli italiani) dal giudizio universale; deve essere concepita in El o\ otcca r, o 81anc:,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==