Il problema burocratico

- 27 - a Caio, a Sempronio, e quindi demoralizzazione, arbitrio, disordine nelPamministrazione. Noi dubitiamo che la questione di dare indipendenza ai Direttori generali possa essere risolta da. disposizioni legislative o regolamentari. È una riforma che il Parlamento o il Governo non po~sono sperare di raggiungere, senza rifonnare se stessi. Il costume politico e l'affermarsi di una rigida e salda consuetudine possono assai più di un precetto legislativo, quando non vi è garanzia che questo venga onestamente osservato. Tuttavia sarebbe forse necessario che la legge stabilisse chiaramente il caratte,·e di tcrnporanez"tà dell'ufficio, e insieme indicasse certe categorie entro cui l'elezione deve caderé, sia di alti funzionari (magistrati, professori universitari, prefetti tcc.j sia- di privati aventi speciali requisiti, come l'aver coperto per un determinato periodo cariche elettive politiche e amministrative, essere a capo di grandi aziende o di istituti o associazioni economiche, scientifiche, culturali ecc. In tal modo i fiirettori generali diventerebbero dei veri magistrati politici, partecipi della resposabilità ministeriale. Il giorno, in cui il Direttore generale non si trovasse più d·'accordo col Ministro, e desse le dimissioni o fosse d_ispensato dall'ufficio, riprenderebbe il suo posto normale, se funzionaB,bl1otecaG ..,oBianco

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