Omaggio alla memoria del dottore Girolamo Versari

-20gli dessero pet'Jzta degli affari e lo facessero buon massajo, e ritenne Camillo nelle scienze, e lo inviò egli stesso nella 1\Iedicina, e volle quindi che ne udisse i più riputati maestri d' Italia. E di queste diligenze ebbesi procacciata in casa la migliore felicità. Le fatiche e le infermità gli avevano alquanto incurvata la bella persona quantunque non fosse ancora pieno d'anni; ma non scemato il vigore della mente, il quale tuttavia traspariva dagli occhi sfavillanti, dal lieto aspetto, e dal pronto e leggiadro suo favellare . E viva si mantenne ognora la sua giovialità; e lo dilettava lo spassarsi dei giovani; e piacevagli soprattutto di sedere ne' teatri, ne' quali per altro non si fermava oltre cert' ora della notte, perchè alle consuetudini del vivere aveva sua regola. E l' essere così ammisurato potea riuscire di giovamento alla complessione e prolungargli la vita, se non era che al corpo negava ogni morbidezza di guisa che incorse nel trascurare quanto bisognasse contro le indisposizioni sue. Il che male si crederebbe di chi fu avvisatissimo nel rendere altrui la sanità e conservarla, se non si considerasse a quella umana imperfezione, per la quale talvolta il volere è discordante dal giudicare. Dia in lui nacque fors' anche da una cotale tempra che i patimenti non infralivano; sicchè poi delle indisposizioni non faceva caso. E di questo venne che uscito sal vo nel 1.839 da malattia gravissima dei visceri orinarii, ommise poscia le diligenze che correggessero i vit.ii; e perdurando la mala attitudine, ogni lieve occasione era sufficiente perchè il morbo rincrudelisse. E la occasione fu aperta nel dicembre del 1.84.2 . Perchè il Versad di natura impaziente del freddo, e molto più da che era divenuto cagionevole, aveva adattata a siufa la camera che abitava: e quivi riscaldandosi la mattina del ventiquattro, o fosse per troppa rat·ità dell' aere o per morti fcro "apore, rnanca tigli i polsi e il respiro cadJ e in qucll' addormenlameu Lo de' sensi che i rncdid ch iawauo asfissia. Dal quale nou ::.arc.:bhc!li

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