Unione generale dei lavoratori ebrei della Polonia - Il caso di Henryk Erlich e Victor Alter

nel 1909, venne esiliato dalla Russia. Dopo il suo ritorno nel paese nel 1911, Erlich venne processato dal regime zarista per aver aderito al sindacato generale dei lavoratori ebraici “Bund”, considerato rivoluzionario e “sovversivo”. Né la prigione né la persecuzione zarista, riuscirono a spezzare lo spirito e il coraggio di Erlich. Dopo che il “Bund” si era affiliato al Partito democratico socialista russo, in riconoscimento al suo servizio e alla causa del Labour, venne eletto al Comitato centrale del partito e nominato dal “Bund” come membro di collegamento presso la fazione socialdemocratica nella “Duma” zarista. Durante la rivoluzione russa del 1917 Erlich divenne membro dello staff editoriale dell’organo centrale del partito socialdemocratico russo, “Rabochaya Gazeta” (“Gazzetta dei lavoratori”); nel mese di marzo dello stesso anno, dopo che lo zar aveva abdicato e la rivoluzione era uscita vittoriosa, venne eletto tra i leader del soviet di San Pietroburgo e indicato come membro del Comitato centrale esecutivo dei Soviet dei Lavoratori di Russia. Nominato dal consiglio dei Soviet dei lavoratori come membro di una delegazione che avrebbe viaggiato in tutta Europa per organizzare la famosa Conferenza dell’Internazionale socialista a Stoccolma (Svezia), Henryk Erlich avrebbe visitato Norvegia, Gran Bretagna, Francia, Italia, conquistando il rispetto dei movimenti laburisti e democratici in questi paesi. Alla fine dell’ultima guerra -verso la fine del 1918- Erlich tornò nel suo paese natìo, la Polonia. Molto presto, nei primissimi mesi del 1919, venne indicato come membro del Consiglio cittadino di Varsavia, carica che avrebbe mantenuto nei successivi vent’anni, fino al giorno della sua tragica fine. In Polonia era un leader riconosciuto e rispettato della classe operaia ebraica, il militante più fedele della lotta per la liberazione e la solidarietà delle masse operaie polacche. Per oltre vent’anni è stato capo-redattore nel quotidiano degli operai ebrei “Naje Folkscajtung” (“Il nuovo quotidiano del popolo”), organo ufficiale del “Bund”. È stato uno dei migliori oratori e giornalisti che la Polonia abbia mai avuto. Il suo nome era sinonimo di onestà in politica è lealtà agli ideali socialisti. Fin dal 1929, vale a dire, dal momento in cui il “Bund” si era unito al Labour e all’internazionale socialista, fu rappresentante del suo partito nel Comitato esecutivo dell’Internazionale. Spesso rappresentava in questo comitato punti di vista che non erano condivisi dalla maggio-

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