Unione generale dei lavoratori ebrei della Polonia - Il caso di Henryk Erlich e Victor Alter

cominciarono il 20 settembre, tre giorni dopo l’ingresso dell’armata sovietica in Polonia. Vennero arrestati anche i consiglieri comunali e i membri dei comitati dei partiti socialisti locali, gli esponenti dei direttivi dei sindacati, gli organizzatori della classe operaia e i giovani contadini. Tra tutti questi vi erano anche Erlich e Alter. Il fatto che fossero stati inviati pochi giorni dopo nella prigione centrale della Nkwd, denominata “Butirki”, a Mosca, suggerisce che il loro arresto fosse stato pianificato sin dal principio su ordine delle autorità centrali e che facesse parte di un “piano operativo” dei sovietici ancor prima che quella porzione di Polonia venisse occupata. Il modo in cui questi arresti furono condotti seguì perfettamente la procedura. Nelle case in cui la polizia aveva fatto irruzione, la polizia non aveva trattenuto solo gli uomini che intendevano arrestare ma tutti coloro che si trovavano con loro. A Wilno, per esempio, la polizia era entrata nella casa di un vecchio leader ancora attivo del “Bund”, Zeleznikov, già esiliato in Siberia al tempo dello Zar, per arrestarlo. In maniera del tutto accidentale, lì vi trovarono anche un uomo di nome Rosenstein che lavorava nel sanatorio per i bambini della classe operaia intitolato a Wladyslaw Medem. Imprigionarono anche lui, che era fuggito da Varsavia e dai tedeschi. Venne condannato ai campi di lavoro, dove poi sarebbe morto. Sempre a Wilno, la polizia segreta sovietica era andata ad arrestare un noto dirigente socialista, un avvocato di nome Tajtell, ma nella stessa casa trovò anche un rifugiato di Varsavia, un conosciutissimo sindacalista e socialista che aveva già trascorso anni in una prigione zarista, H. Himelfarb. Lo presero con loro e in seguito venne condannato a otto anni nei campi di lavoro. Si rivelò quasi impossibile intervenire presso il giudice istruttore o il pubblico ministero. Fatte alcune eccezioni, non fu possibile inviare agli arrestati nessun pacco contenente indumenti o generi alimentari. La moglie di uno degli arrestati, la signora G., si sentì dire così dal giudice istruttore: “Voi donne polacche siete strane. Nel nostro paese, la Russia, quando il marito viene arrestato la moglie chiede il divorzio e se ne cerca un altro. Voi qui invece venite a chiedere clemenza, a implorare, cosa che, peraltro, può solo far sì che veniate arrestate pure voi”. Non venne data alcuna informazioni circa il destino delle persone arrestate, nondimeno fu possibile per alcuno incontrare i detenuti, spedire loro lettere o riceverne dalla prigionia.

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