Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

o6 l Non sarian p~r queste xnie voci vive, Se non d' nn soffio che le muove e sperde, Tornando a n1e dalle vicine rive ; Mentre che il tuo scnrpel (1uesta rinverde Caduca vita, cl1e al dulor m'avanza, E che non riede alla stagion più verde, E serbi u.' figli miei la mia sembianza, In cui parte dell'anima sincera Si leggerà per tarda rirnembranza. lo son cotne colui, che presso a sera Mira l' immagin sua, che il metro eccede, Ptipingersi e passar sull~ riviera, E volge 11' occl1io indietro e innanzi il piede, E il cielo intanto si fa torbo e il rivo, Cado n l' otnllre maggiori, e più non ve~e; Or tale avviene a me, che canto e vivo Cigno palustre in valle ima e ro1nita, Dacchè dell' amor mio rimasi privo. Ma non tutta serbavi a me la vita, Se della tnia metà la cara immago A questa immago non avessi unita: Ond' io nel marmo riviver son vago Con la mia Donna nell'effigie almeno, Che lagrimando a- couteJDfllar m'appago,

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