Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

52 E alla Ch.iesetta, che l'asilo offrìgli, Prezzo pagava di notturna prece, Dissipatrice degli altrui peri gli; E al suo benefattor, di pane invece, Trihuto di benevole preghiere, Per cui tanto altri ottP.nne, e tanto e i fece. Che se tal or tornavél gli in pensiere Il tristo giorno, cd il distacco amaro, ( Chè tai n1e1norie in noi non san tacere ! ) Per le altrui spose intercedea, cl1e avaro Il ciel non fosse sovra lor; nè mai Vano è il pregar di quei che tanto amàro. Tale, Isa1lella mia, tale il rnirai La prece articolar su i 1ab1Jri suoi, Quando in passar tu gli volgevi i rai. E se chiedi perc::c tra' figli tuoi Non vn l se a tr: :·~ tenerti in questa valle, . Tu in Dio beata, tu saper lo il puoi ! Or egli, al nostro Sol date le spalle, Corne colo1nbo, sul cui dorso splende L'iride gen!al della convalle, Viene a te, come quel che molto intende Degli affetti di tenero marito , Là dove amore pe1~ amor si rende,

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