Angelo Maria Ricci - Elegie ed epicedi

i 59 VII. (1) Morì di rosalia raccolta al letto della sua ngliuola, che scampò la morte. Ingenua, modesta, culta, senza fasto piissima, caritatevole, fu il 111odello delle n1adri di famiglia , e del] e spose. (2) Oltre alle solite cure Ji buona e provvida madre di famiglia, ella tenne l' amminis ~razione del pingue patrimonio domesti co, mentre il consorte Segretario di Stato, Gran Giudice, Ministro della Giustizia e de1l' Ecclesiastico, disegnava le vie della novella M<lgistratura Òi1 regno. (3) Aveala istituita nella Reli gione, nella lingua de' dotti, nella storia della Chiesa e òe' Popoli , n ella Filosofia, nelle lettere il eh. Monsig. D. Bernardo della Torre, poi Vescovo di Gragnano, Teologo , Filosofo , Poeta. {!l) Nel magnifico slahilimento botanico del conte di Carnaidoli al Vomero, tra ]e n1o1le varietà della Rosa gallica, hellissiina tra ]e maggesi, h avvi quella d ' una rosa anemone intitolata la Contessa eli Camaldoli ( catalog. plant. Ilort. Camald . p. 3.) . (5) Apparteneva la piissima Dama alla nobile Confraternita dell' Addolorala, di cui fu divotissima. (6) L' Eccellentissimo conte di Camaldo]i, che fu Ministro di Stato, Gran Giudice, Letterato, Giureconsu1tQ, Filosofo. l'INE

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==