Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

~H) i-nnanzi agli uomini, e che, fosse anco il più iniquo de' viventi, non può un uomo solo infamare una citlà, una nazione. Non è dell'assassino ch'io parlo. IVIa perchè nel parlamento romano non si levq una voce per respingere ogni solidalità- morale, intendo- del fatto? Perchè non fu ricercato l'autore, istituito il processo? Perchè- e questo mi pesa più che la vittoria di Radetzky -si festeggiò, si sciolsero canti di gioia sul cadavere d 'un uomo ucciso a tt·adimento, quasi fosse una nobile, una nazionale vittoria? Dell'assassinio potremo scoJparci al cospetto d'Europa, ma come lavare quest'onta del carattere del nome italiano, l'onta d'una connivenza, o tacita per vilU•, o per impudenza palesata collo allegrezze e co' c.anti? Le cose italiane hanno avuto il tracollo nell'opinione pubblica d'Europa dai fatti di Roma. E non aver capito che di questa opinione ha bisogno, pih che mai bisogno l'Italia! 1\'Ia piit di tutto premeva inaugurare anche in Roma il ministero democratico. E Roma l'ebbe. E quanto durò? E quali saranno nell'avvenire i destini dello Stato? Per ora tutto fa temere anarchia , guerra civile ò intervento..

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