Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

• !8 l'ho corso per la strada maestra non solo, ma , per Ia traversa, per sentieri e per \ iofloli, ho conosciuto d'ogni classe e generazione rl 'uomini cominciando dai Re, e terminando :li banditi e ai briganti, e se non ho impat·ato ·molto, ho 1>erò imparato a farmi un' idea de'vizii , delle virtil, delle passioni, delle tendenze degli uomini , di quello che si può sperare o aspettare da loro, del possibile e dell'impossibile; ho imparato, vet~bigrazia, che ognuno deve_ far l'arte sua e non l'altrui: che l'arte di condun·e gli uomini non si può fare se uon si conoscono, e uon s'è praticato mollo con loro. Ho imparato che per condurre imprese politiche bisogna aver grossa compagnia, aiuto da molli, e che per persuadere e condursi diet~o molti, e metterli nelle idee che si credon buone, non è il rrìiglior metodo prenderli a calci nel sedere . o minacciarli nella persona e nell 'avere, o far loro temere che non abbiano più ad a'7er pace uè bene per Dio sa quanto: che insomma chi ha bisogno d'amici non conviene che si faccia uemici. Ho imparato, verbigrazia, che chi vuoi mettere la ·briglia a un cavallo che aombra, t' hu a prender colle buone e dargli la voce, e non sbigottirlo cogli nrl.i o sbattergli la briglia sul muso.

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