Leonida Bissolati - La ipocrisia reazionaria

• l 16 Certo, l'individualismo di questi signori, in una società nella quale fosse interJetto di vivere alle spalle degli altri, riceverebbe un fier~ colpo. Essi avrebbero ragi~ne di do,. lersi che la loro libertà nP è colpita. Infatti, ' / tutti i rivolgimenti che nella storia hanno segnato un progresso, furono a scapito delle minoranze che sfruttavano le maggioranz.e. Quando venne abolita la schiavitù, una libertà VE;-\nne menomata: quella di trattare l'uomo come una cosa. Quando venne abolita dalla rivoluzione borghese la monarchia assoluta, i · Re, la casta feudale ed il clero ebbero diminuite le libettà sancite nei loro privilegi. Così il , giorno in cui una l€gi~laziòne protettrice dei lavoro si i mponesse alle officine dei Prinetti e degli altri industriali, limitasse le ore di lavoro, difendesse le persone, difendesse il diritto degli operai contro i padroni, certo i signori Prinetti e gli altri industriali avrebbero ragione di lagnarsi di avere diminuita ' la facoltà di sfruttare lib,eramerite i loro operai.) Ah,. sì! Lo sappiamo che ,.,.oi siete· partigiani de1l'individu:;tlismo .che non vuole ,che i pubblici servizi sieno affidati alla collettività (e porta infattì la firma del Prinetti una legge sulle tramvie nella quale è interdetto allè provincie di assumere esse la costruzione delle tramviet perchè l'individùalità, la "libertà degli intraprenditori possa svolgersi' in un vasto campo di affari e di speculazioni. Sappiamo pure che l'onorevole Prinetti ..

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