Leonida Bissolati - La ipocrisia reazionaria

\ . 15 . nomtco, sono veramente degli individualisti. Ma di quale. individualismo? Di quell'individualismo che si sviluppa a detrimento dell'individualità della maggioranza. Individualisti d~ <luel tipo erano a:nche i posses"sori di schiavi dell'antichità (Oh! oh!) i quali, mentre i servi seminavano ed aravano, mentre giravano la ruota della rozza macchina primitiva, potevano darsi if lusso di passeggiare per l'agora discorrendo di cose pubbliche, potevano darsi alle speculazioni :filosofiche, potevano inseguire i fantasmi dell'arte. Individualisti di quel genere erano pure { féudatari i qu~li, mentre i loro vassalli lasciavano la- vita sulla gleba attorno al maniero padronale, potevano darsi all'arte dei trovieri, allo spo?"t dei torneamentr. E individualisti · sono certamente i capitalisti di oggi, i possessori di officine nelle quali gli operai lavorano dalle 12 alle 14 ore, impossibilitati a leggere un giornale e molte volte a rinunziare alle gioie della famiglia per le necessità dell'industria moderna che strappa dal focolare domestico anche le donne ed i bambini. La rinunzia allò sviluppo della individualità per parte degli operai pone il ca· pitalista in grado di sviluppare esuberantemente la individualità sua, gli dà i mezzi per godere di tutti gli agi ma,ter1ali, per raffinare la sua vita morale, per procacciarsi la coltura, dello spirito, per essere deputato, di- . ventare ministro, leggere Spencer e venire a ·recitarlo alla Camera. (Si ride).

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