Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

Tutti gli altri motivi di conflitto che si potrebbero enumerare sono discutibili e poco chiari. Ad esempio, gli interessi economici sono opinabili, sovente mal de.finiti: sarebbe . . forse possibile raggiungere un accordo su quel piano. Le passioni nazionalistiche non sono ormai altro che sopravvivenze e del resto sono riscontrabili, equamente ripartite, in ambo i campi. Le concezioni della giustizia sociale stessa non sono più sufficienti a distinguere nettamtnte i due avversari: voglio dire che sarebbe possibile discutere a lungo per riuscire a sapere da quale parte del sipario di ferro regni una maggiore giustizia sociale, teorica o pratica, promessa o realizzata. Ciò che invece sarebbe assolutamente impossibile dis.cutere, ciò che agli occhi di tutti è evidente, da ambo le parti, è il fatto che noi vogliamo la libertà e che gli altri vogliono la dittatura. Essi la preferiscono - dicono: provvisoriamente - alla nòstra libertà che de.finiscono « puramente formale», affermando che la loro dittatura prepara invece una libertà reale. Se quindi è evidente che si tratta della libertà, non è forse più che urgente prender coscienza in modo netto e deciso delle libertà concrete di cui godiamo? Se vogliamo vincere a priori - prima cioè di una guerra che per tutti sarebbe una guerra perduta - questa lotta nella quale tutti senza eccezione siamo impegnati, dobbiamo renderci conto che la prima condizione di successo consiste, per noi, nel sapere che cosa effettivamente stiamo difendendo. Quali sono le nostre libertà ? Sono esse veramente solo formali ? È vero che teniamo ad esse ? E siamo pronti a qualsiasi sacrificio per difenderle ? 4 1bliotecaGin0B1anco

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