Denis De Rougemont - Le libertà che potremmo perdere

ampliato oltre misura dall'instabilità della vita moderna; lo libera, infine, dal senso di colpevolezza individuale costituita dalla sopravvivenza in lui di una morale la quale non sa più fornirgli alcuna ragione positiva per vivere. L'uomo il quale si senta vagamente colpevole, senza ben sapere di che cosa e perché e senza confessarselo, retrocede con un moto naturale dinanzi ai rischi della libertà. Va a nascondersi dietro alle norme di un partito, dietro la norma collettiva e la disciplina rigida e l'infallibilità di un capo. Il capo assumerà ormai tutti i suoi errori, tutti i suoi peccati e li trasformerà in altrettante verità e virtù - fintanto che il suo partito avrà il potere. Esistono nell'uomo moderno delle tendenze inconscie che lo spingono a gran forza nella direzione contraria a quella delle sue· rivendicazioni di libertà e di progresso, divenute puramente verbali e abitudinarie. Non si riesce a convincerlo molto a fondo quando si vanta davanti a lui la libertà in generale e la si oppone con indignazione alla tirannide totalitaria. Così facendo non si tocca che una parte del suo intelletto, mentre le forze che lo guidano sono e rimangono ben altre. In lui c'è qualcosa che si rivolta contro l'evidenza àei fatti che gli si possono _proporre e perfino additare. Egli è raramente disposto a confessare che così in verità stiano . le cose con lui - non lo confessa nemmeno a se stesso. Dà invece ogni specie di ragioni, non molto plausibili, per spie- . garci la superiorità delle Dittature. Anzitutto nega che siano dittature. Poi afferma che, se lo sono, lo saranno solo per un breve periodo di tempo, un periodo transitorio e un po' duro ma indispensabile. E infine ha la convinzione che que- · 11 tecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==