Luciano di Samosata - Caronte

lUERCURIO E CARONTE MEII.CUil.IO CAnO:'I"TE , c pcrchè ridi ? c perd1è lasciata la barchclla sci venuto CJua sopra, tu d 1c fino a r·uc· sto momento non sci slalo niente solito di visit 1 arc le cose del mondo ? CÀII.Oi'\TE Vcnncmi 'oglia , o Mercurio , di vedere che mai sia nella 'ila, c in essa che facciano g li uomini, c pri,ali di CJUali beni piangano tuili quanti nel discendere giù da noi ; 1uaudo non cc n'è alcuno di loro che trapassi il iumc scma piangere. Oomamlato dunque a Plutone anror io, come fece CJucl gio, inello di Tcssa~lia , • liL'Cnl.a di lasciare la ba•·ca un ~iorno solo , sono useito alla luce, c ll·o,o che non poteva incontrarti mrglio opporlunan1cntc , pcrocchè non duhito che lu mi vorrai condur gi rando allorno, coruc forestiero che io sono , et\ essf'ndo lu pratico d' ogni cosa, lulle mc le mostrerai ad una ad una. 1\JEII.Ct;l\10 'o, barroiuolo mio , io non ho tempo, Jlerchè ,ado a scn ire il Giove di sopra in una facrcnduola di 1Jullggì1• ; cd essendo egli faci le ad an-

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