Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

HXJ LA l'AMICIA JIO:>~A mcnt<' r~pirr che 1 cianti del par~diso dovettero subire qut>lla nollt> un' infìl~ta di bestemmie in tu!le le lingue, qualP, mai, prima - dalla creazione della J'azz~ nman~ avcv~ colpito l<> loro caste on•rchic. • \.JI'~Iba ci trO\'ammo al punto pii• alto - a l pas'o di Fm·ca e in segnito si potè, con frequenti ferm~tc, o con nn tempo un po' migliore, riunire alquanto la colonna. . . La strada, che scendt> ll'ntam••nte ~ttrav;>rso ~vvallament• boscost e quasi costpggia, piit tardi, il lago di X<'zcro, riusciva an<'hc più piacevole. Ciò non osl~nt<>, quando ordinai un grand'ali, ~un'ora eirca da Domokos, non emvamo più di quaLtroc<>nto. Un'ora e mezza di sosta diede tPmpo ai ritardatari di riuni..t·~i tutti ai loro compagni , e solaml'nte una vrntin:t (non contando nalurahnt•nte il rcpru'lo lasciato a Lamia) mant·avano al nostro eflèttivo quando si ripr<'se l~ stmda. }Wl' Domokos. :Mi ò toccato par<'cchic volte di for<' mnrdc in cattiv<' condizioni, ma quc!Sta fu ,•ertamente una Ùf"lle pila diflicili. La pioggia irw~•s..<.;ante, la. fongobità. del terrrno, i potenti liquori , di <.'ui molti M'<•vano riempito le borrac<•u a Lumia e <'he Vt·nivanv inghiottiti n. larghi sor:-i, una marria, in qu~!)t{' rondizioni. di una dozzinn. d'ol'c, fntta. da. gertto ahitunta aHa. citH" c !Senza alcun ::dlrnamcnto, tutto t'ii. mi faceva temere un arrivo disastroso. l n,·ecc {'s:-.o fu per mc una. piacevole ~rpre:-;a. c credo c1H' una truppa in c::-ercizio non o.vrebb<' saputo far di meglio Appena arrivati a Domokos avevo chiesto d~ i vjvrri. Lo stato m,1ggioro mise a nostra disposizione tutto ciò che vi cm noi magazzeni di r iserva. 'l'rovammo circa :300 pagnotte o 1G formaggi. Questo era lutto ciii che a\'e\'l\ di disponibile l'esercito greco, di a~,ooo uomi ni! In huont' condizioni ci ac·costammo dunque ~ Domokos, pt>r biVIU'('aro al posto as•Pgnatoci, d•'ora il versanto di una collina, a de-tra della piccola città. ~lontre si distribuiva una mezza raziono di pane c formaggio, fui im·itato a un sontuoso hanchetlo dall'amico Adolfo Rossi, corrikpond~nte del Corriere ile/la Sera. il quale, seduto snll 'crb~ in faccia a me, mi esprim<'va la più alta ammirazione per la voracitiì con la quale divoravo pane l' sardine (con mezza boltigli t\ di eccellente vino <'h'egli gentilmente mi ave\'a fornito.

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