Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

LA CAMICIA ROSSA (Fu egli ste!::iSO che. dopo la bre\·e campagna, si interessò come un padre ai nootri feriti, ed ebbe il delicato pensiero di f ar portare all'ospedale u na delle bandiere della Sardegna, perchè gli occhi dei poveri soiferenti potessero riposarf:' su quell'emblema della patria cara e lontana). Anche le signore che gent ilmente confe?.ionarono le nostre Camicie Rosse ebbero la bontà di venire alla stazione, in mezzo a quella folla delirante, e non senza qualche pericolo. Finalmente i duo treni si mossero e, passando in mezzo a una quasi continua siepe umana, _che si era scaglion.tta :ungo la linea? si giunse, a notte fatta, al P11·eo, ove t rovammo un alt ra folla cosi fitta che era quasi impossibile muoversi. CALCIDE. Con l'aiuto della polizia locale si riescì fina lmente ad arrivare a l posto. Non essendo state prese, per questo corpo in partenza, le nece - sarie misure dalle autorità militari , si ebbe qualche difficoltà a trovare i vapori- l'Eptani.:o.>' e il Pelops - e si dovette aspettare i cavalli che ancora non erano giunti. Finalmen te, verso mezzanotte, si potè dar !"ordine di partenza. Il nostro viaggio dal Pirco a Hag ia :Marina fu senza incidenti , meno che, esaurite presto le poche provvigioni, i voloutarì cominciarono i loro bron tolii, che f urono il mio divertimento durante tutta la campagna. Arrivati a C'alcide, do~'e si stringe il canale di mare chP divide la terra ferma dall'Eubea, il nostro ufficiale contabile (il tenente Evangilakis, dell'esercito regolare greco, che, in seguito a mia richiesta, era stato aggregalo al mio corpo) riescì a far provvista di gallette e formaggio; e con queste si potè sfamare i nostri .

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