Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

82 LA ('Alllt'l.\ J!OS:SA la 'Tun·hia, po.ssò di ver~i gtorni tanto qui che n Za.verda.; c noi non pos::;inmo che t"~primere la nostrn alta soddisfazione per la buonn. condotta e pe~ lo. _educat~ e contegnosa disciplinn. o~servata sempre dai detti r;aribnlùini. degn• de1 nostn più binC('ri ringraziamenti per il loro buon ordine. J>crciò lasciamo il presente certifìrato che pos~o. fòervire in qualunque occa· sione e ringraziamo i detti volontari gn.ribaldiui o. nome di. tutta In. nozione. In Yonitu, il a; giU'fOO 114)7. li Sindaco KL. H~:RA t.'JI~O:, . ,\c·camo a questi documenti voglio riportar(.' anche alcuni episodi rncconta!imi dal dottor Tolomci, medico del l• battaglione, c, dnrantc tutta la campagna, soler te corrispondente del ,l{e.;waggero di Roma. " l1ic-ordo - egli r.crivc - che di ritorno dall'Epiro~ e richiamati in 'rc~saA"liA. per l'ltggiungen·i gli o.ltri battaglioni del Corpo Gnribnldino. giungemmo, la sera. d~l lO ma.!;gio. n Zavcrdn, ove dovcvamo imbarcarci. Il piroscafo però non era ancor ~iunto e non arrivò che nel ponwl"iggio del ,!.riorno dopo. h Pu~~ammo beoi:-.~imo la notte e ancor più allegramente la ~iornata. Lo ero allo~~jato col pov('rO ..\lariro SiJve..tri e parecchi altri, neJia ea..'a d~l J~JH" (<'urato c nul<.'!o,tro di ::,cuoia 1, un onietto corte~i.'"i~imo e colto. rho sapeva nu<:he un po' di tl'Ùt's<'O, e col quult' potemmo intenderei iu un11 lnngn. di:scussiono filosofica cht• ~i conl"luse YuotniHlo una bottiglia di cognac, grazioliamente otl't.•rtn dallKJJJt . .:\1 giorno. fu un oliegro ~parpn~liar~i dei nol:ltri ,·o!ontari ~ulla <'Ost it:>r~ ver~ de~~iante f" fra i povea i ca'Olari di 7.Awerda. dove per pochi lept(f.8 ~i eompru· vano uova, tyrì formoggiol e k-ra.d vino! terribilmente resinato. Sircome Za.· verdn lli:-.tn un qunltl''oro dal capoluogo Vonitzl\) ove risiede il dottore, co~ì quando t.i sepp<> che io ero un meùic·o, certe domH.• mi portarono a vederl' tutti i malati del villaggio, c quella poveru gente ::;i mo~trava grath-.simn vcr~ gli Italiani. ,. •· Hicordo o.nc},e nn episodio che fa tnolto onore al pro· sindaco ,:,ignor Hauge), proprietario di una bimpalica casina <'ho domina il paese e nella qual(• era al· log~it~to il no::stro t•omnndnnte ~[creu, con alcuni suoi ufficiali. -'lfn nostro volontario (buon gio\'nnotto. del resto, e che fu [>Oi ferito a Domokos) ebbe quella notte la cattiva idea. di rubar(' du<' o tre gniJinl' dcnti'O un orto. Il fatto venne il giorno dopo all'orecchio dl'l comandante, il quale ordinò l'immediato arre~to del volontario, e pregò l'amit•o deputato Dc Felice e altri di costituirtii in Corte marziale per giudicarlo. La C01·te (! si in!-.f'diò nella raso. del nostro O"\pitalt> J)()JH". e l'imputato ,.i fu tmdotto fra un pkchctto di volontari a baio· netta ino!-.tata. Tutto ci•\ aq,,·a moltu impr(l'~sionato gli Z:werde~i (' il pro-sindaco~ part.>. più che gli altri. \[a ecro comc que:-ti sah·ù la ~ituazione: coa·re <h.l con· tadino ch\•ra :,tato dt•ruhato delle gùllirH', gli paga del :-.tto le pochE" dt·aclwtts che potevano va.lt•r(', e gli dice: - tu a.des:;o snrni interrogato come testimouio; dirai dw h• galline non emno statl' rubate, ma che. n hU\ i1~~aputa, tua moglie

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