85 contro operaio: la persona dell'imprenditore si è cambiata, ma la cosa è rimasta! >>. La lunga enumerazione dei difetti e delle difficoltà attribuite dagli economisti alle società di produzione ornai è finita; e non ci è stata inutile, poichè possiamo trarne molto prnfitto e molti ammaestrame11ti, sebbene da sola non basti a determinare in modo sicuro e strettamente scientifico, il valore economico-sociale di questi istituti. Se noi consideriamo tutte le difficoltà di cui abbiamo parlato, nel loro complesso, cd abbiamo riguardo al modo col quale, specialmente nelle opere più recenti, esse sono presentate, ci possiamo fare una idea abbastanza chiara ed esatta dell'opinione che attualmente prevale nella scienza in ordine alle società di produzione. L'analisi dei caratteri e del funzionamento di queste associazioni, ha tolto di mezzo tanto la eccessiva fiducia, r1uanto la eccessi va s.fidncia: ha reso persuasi i più che esse non trovano nella scienza alcuna ragione che in modo assoluto loro contrasti, che esse rientrano nel campo della economia politica, che non oppugnano ai principii di questa, che sono istituzioni possibil 1 i e razionali; e che quindi non c'è alcuna ragione di rifiutarle e di combatterle. Ma d'altra parte si è pure dai più ritenuto che la diffusione di tali associazioni sia, per ragioni così di indole morale ed intellettuale, come di indole economica. difficile e necessariamente limitata; e che per di più la lo.ro efficacia sociale sia molto più ristretta cli quello che da prima si era creduto. In una parola, alla opinione che rifiutava le associazioni di produzione come assurde e contrarie ai principii della s-cienza, ed a quella che le accettava incondizionatamente, e riponeva in loro la più larga fiducia, se ne è sostituita in generale un'altra, per la quale queste associazioni si accettano e si approvano, pure riconoscendo in loro dei « limiti di applicabilità». Questi limiti naturalmente variano di estensione secondo i di versi apprez-
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