può dire prevalesse nella produzione; coli' ordinamento nuovo invece si inaugurò la potenza ed il dominio del capitale; questo, già semplice strumento della produzione, colla sua « egoistica forza» ne divenne il padrone, ed il lavoro invece, perduta la sua indipendenza economica, divenne a sua volta strumento. Non che nell'ordinamento corporativo tutto il lavoro avesse indipendenza, tutt'altro; ma, è certo, col nuovo ordinamento esso perdette anche quel poco che ne aveva, e si vide quasi privo della speranza di riacquistarla. Cominciata a diffondersi .Ja grande industria, una parte dei lavoratori si trovò nella impossibilità di bvora re per proprio conto, e dovette porsi al servigio del capitale; e di poi, man mano, di fronte alla concorrenza della grande industria e ciel capitale, la classe, una volta numeros,issima, dei Diccoli artigiani, vi le sempre più diradate J.e sue file. I lavoratori divennero salariati del capitale, o meglio, della classe che possedeva il capitale; impossibilitati a lavorare per proprio conto, dovettero cedere ad altri il loro lavoro. Per quanto ottimisti si voglia essere, per quanta simpatia si abbia per l'ordinamento economico che ora prevale; noi crediamo che non si potrà ad ogni modo disconoscere questo fatto, che il salariato implica la « dipendenza economica » ( e si potrebbe anche dire non economica soltanto) del lavoratore da colui che esercita la produzione per proprio conto e che gli dà lavoro. Ed 1111 altro fatto innegabile è pur questo, che un tale ordinamento, che cambiava la posizione del lavoratore nella produzione e gli dava una retribuzione anticipata, facendolo concorrere alla produzione solo materialmente, come semplice strui;nento non avente diritto a parte alcuna; un tale ordinamento disinteressava affatto il lavoratore dalla riuscita della produzione, che gli diveniva completamente estranea, e non lo riguardava affatto; e costituiva così nell'industria se non un vero e positivo antagonismo cli interessi, cer-
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