104 sfaccia in modo equo alle esigenze cli tutti, e di impedire che la impresa si snaturi e perda il suo carattere cuopcrativo. Preparata in questo modo la nostra via, noi dobbiamo giudicare sommariamente le une e le altre difficoltù alla stregua dei fatti; e per la maggior parte dei casi tale giudizio è stato già tante volte manifestalo es·plicitamente, od implicitamente inteso nei varii capitoli della seconda parte cli questo nostro lavoro, che non avremo bisogno di dilungarci di molto in spicrrazioni cd in esempi. L'esperienza cli tutti i paesi, che ci porge fatti in parte concordi ed in parte divergenti, che ·ci dà dappertutto successi ed insuccessi cli imprese di produzione e crcitate da operai, ci dice a chiare note che le di fft.coltà che queste incontrano come tali ( e prescindendo cioè dal carattere cooperativo) sono eminentement~ relative. Esse si presentano o non si presentano; si presentano più o meno gravi; si incontrano tutte assieme, o l'una o l'altra soltanto, secondo le diverse condizioni in cui si trovano gli uomini e secondo i caratteri del- !' ambiente economico dei va.rii paesi. Più che vere clifficoltà, sono limiti, e limiti eia tici, che, secondo i casi, si avvicinano o si allontanano; e talora si avvicinano tanto da render quasi impossibile la costituzione ed il funzionamento cli tali imprese, tal altra invece si allontanano in modo da agevolarne una larga e fortunata diffosione. La difficoltà sta tutta nella condizione delle persone ( operai) che vogliono assumer l'impresa: e, naturalmente, il limite a tale assunzione, oltre che in loro, sta nell'ambiente che più o meno le favorisca. Da una J>arte noi troviamo le condizioni intellettuali, morali ccl economiche degli operai; dall'altra, lo sviluppo e le proporzioni raggiunte dalle industrie nei varii p;:iesi. Si tratta adunqtte cli clementi completamente relativi e variabili, che possono essere suscettivi di combinazioni diverse. Tn generale possiamo dire, quanto più elevata sia
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