tuati a vedere negli ultimi 25 anni, all'accettazione del metodo comunista, quale Lenin l'ha definito, in luogo di quella strategia cui il Partito Laburista è impegnato dal suo Statuto e dalla sua esperienza? CAMBIAMENTI IMPROVVISI DI POLITICA. Questo è il punto centrale del problema che sta innanzi al Partito Laburista. I comunisti sono così profor;tdamente convinti che una classe capitalista dirigente non abdicherà al possesso del potere se non sotto condizioni che presuppongono la necessità di una violenta. rivoluzione, che essi ritengono essere di fondamentale importanza l'organizzare il partito della classe lavoratrice -col fine di essere preparati ad attaccare. 'Questa convinzione ha due naturali conseguenze. · La prima e generale conseguenza è che si devono esacerbare tutte le relazioni politiche ed economiche in ogni società in cui un Partito comunista raggiunga una qualche' importanza; e la conseguenza di tale esasperazione è l'indebolimento dell'influenza dei metodi democratici in tale società, indebolimento fino al punto in cui la fede comunista nella rivoluzione è solo eguagliata dalla sua capacità di destare una fede capitalista nella controrivoluzione. La seconda conseguenza è di trasformare un partito di lavoratori da uno strumento, le cui caratteristiche ·sono. definite dalla massa dei suoi membri, nel quale vi è libera discussione, e in ç:ui il Comitato Esecutivo Nazionale deve informare la sua politica ai termini della volontà della maggioranza dei membri, in uno strumento· le cui caratteristiche sono modellate da un ristretto Comitato Centrale che possiede un potere assoluto a tutti gli è-fletti. Questo è dimo~trato chiaramente dagli improvvisi, e normalmente inattesi, cambiamenti di politica e di direzione, che hanno contraddistinto la maggior parte dei partiti comunisti dalla loro fondazione. Non fu la massa degli iscritti al Partito Comunista che !modificò la sua politica da favorevole a contraria alla partecipazione dell'Inghilterra alla seconda guerra mondiale, fra il settembre e l'ottobre 1939; e nemmeno fu la massa degli iscritti che rimosse il sig. Pollitt dalla Direzione del Partito e lo costrinse a sottoscrivere e pubblicare una umiliante ritrattazione delle opinioni che egli aveva così caldamente sostenute soltanto un mese prima. Queste furono decisioni prese dal Comitato Centrale senza nessuna consultazione con la massa degli aderenti. Il solo dovere di questi era di obbedire senza discussione a ordini alla cui formulazione essi non avevano partecipato. Io accetto come un fatto indiscutibile la devozione dei comunisti al loro partito ed ai suoi principi; io ammiro lo zelo e l'energia che essi portano nella loro attività. Ma, alla luce dell'esperienza, sono 27 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==