Leone Gurekian - L'Armenia nell'anima italiana

dèll'ilTiducibile nemico e da consentire loro di risorgere a dignità di nazione nel libero sviluppo delle proprie energie : e mi auguro anzi che una tale risurrezione avvenga nella sua migliore pienezza, perchè non dubito che gli At'meni potranno essere in un prossimo avvenire il baluardo della civiltà cristiana nell'Asia contro il pericolo di un ritorno offensivo del turco». Lusinghiere e sincere espressioni, dimostranti con quali criterì e cautele occorrono di essere delimitate le frontiere del futuro Stato Armeno, il quale, come la Francia, avrà vicino a sè il suo irreducibile nemico, vinto ma non abbattuto. Precauzioni inoltre necessarie per la resistenza del baluardo della civiltà: poichè, avanzalo come sarà, esso potrebbe, nel ripetersi d'una catastrofe simile, essere tagliato via, non permettendo, come questa volta, ai Grandi a giungere in soccorso ai toro fedeli alleati Armeni : oppure, giungendo troppo tardi, a non assistere che alla misera agonia d'un popolo, premuto da una parte dai Tartari e dall'altra dai Turchi ; senza enumerare i pericoli che possono minacciarlo per l'apatia o per la defezione dei suoi confinanti. Che simili timori non sono esagerazioni basta rammentare i recenti ~ccidi che il Turco, dopo la sua resa ed in presenza nell'Oriente d'un esercito vittorioso degli Alleati, s'è permesso impunemente commettere sui miseri superstiti di inaudita barbarie. Questo nuovo spargimento di sangue innocente, causato dalla mancata proclamazione dell'Armenia indipendente, serva d'avvertimento severo che il futuro può riservarci degli sgradevoli e tragici imprevisti. Scocca l'ora dell'anniversario. L'esercito italiano trepidante si prepara allo slancio per cancellare, col proprio sangue, un fatto doloroso che l'aveva costretto a ripiegare sulle sue linee di resistenza. BrbiotecaGrnoBin'lco

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