Osvaldo Gnocchi Viani - Abbecedario dell'economia sociale

-'- 2..5.- vata compagnia). li produttore regolerà la pro• duzione secondo la convenienza; lo stimolo che lo farà agire sarà il proprio tornaconto, il quale, essendo costante, darà anche una produzione costante. La quantità quindi della produzione avrà come criterio direttivo l'utile del 'produttore, il quale produrrà a seconda della sua conl'enienza che è il solo suo incoraggiamento. E così ogni produttore si porrà in gara cogli altri produttori per avvant>1ggiarsi sui suoi competitori il più che sia possibile, e la gara diventerà, alla sua volta, un nuovo stimolo a produrre. Questo è ciò che si chiama la concorrenza. Ma cotesto ragionamento non è il solo possibile cbe si possa fare nella materia, di cui 01·a ci occupiamo. Ce n' è un altro che si può fare, ed è questo: Sta bene tener couto del produttore, ma non come se esso fosse fine a sè stesso. Esso deve agire per un fine che non è esclusivamente la sua personalità. La stessa produzione non può essere fine a sè medesima; è un mezzo. Lo scopo quindi del produttore e della produzione deve essere ali' infuori dello stesso produttore e della stessa produzione. E quale deve essere 1 li consumo. Il consumo non è soltanto un fine costante come lo può essere l'interesse del produttore, ma è un fine mi• gliore. Perciò, anche assecondando i bisogni dei consumatori, la produzione s11rà costante. Il quantitativo di essa dovrebbe quindi. essere B1blOIE' ,:l Giro B1an :0

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