Volontà - anno XX - n.7 - luglio 1967

rebbcro recati nel Vietnam per curare le truppe dei Grccn Berets, egli si sarebbe moralmente reso complice nel massacro di donne, di bambini, di vecchi e della distruzione di interi villaggi nel Vietnam. Il tribunalè rige1tò ogni istanza di etica medica e di umanesimo nella difesa dell'avvocato di Lcvy, basandosi sul rifiuto di obbedienza piuttosto che sull'accusa di propaganda sediziosa nell'esercito, ciò che avrebbe provocato un lungo processo di carattere sociale che il governo e il Pentagono vogliono evitare, stante la crescente oppo– sizione al conflitto del Vietnam. Resta inteso che il capitano Levy era odiato dagli altri ufficiali perchè aveva dichiarato a più riprese che eg1i sarebbe andato in prigione piuttosto che recarsi nel Vietnam e anche perchè era attivo, fuori della caserma, nella lotta per i diritti civili delle minoranze di colore, religiose e politiche. Di centinaia di obiettori di coscienza, la stampa non si occupa più, essendo dei fatti comuni di cui è meglio tacere per non conta– minare l'opinione pubblica, già scossa da1le proteste generali contro la guerra. Però è sintomatico l'episodio del soldato Andrew Stapp condan– nato per disobbedienza a Fort Sili, Oklahoma, trovato in possesso di letteratura sovversiva che egli distribuiva fra i suoi commilitoni. Di casi simili a quello di Stapp cc ne devono essere parecchi nell'e– sercito perchè un portavoce de] Pentagono dichiarò in un'intervista che « certi soldati accettano la vita militare per fare propaganda sov– versiva nell'esercito e per boicottare ]a guerra nel Vietnam». E' certamente esagerata l'asserzione di alcuni scrittori, cosiddetti interpreti dei « fuggiaschi della Grande Società », secondo i quali succede attualmente una rivoluzione morale nella gioventù statuni– tense. Quello che realmente avviene in un settore importante di gio– vani intellettuali e di operai intelligenti è un profondo senso di fru– strazione, di disgusto e di nausea, non solo contro la guerra maledetta del Vietnam, ma anche per il modo dittatoriale e imperialista con cui Washington dirige le sorti del paese. Si tratta di una specie di confusionismo misto a ribellione psi– cologica, di uno stato d'animo antiautoritario fra i giovani, mai av– venuto nella storia degli Stati Uniti: schiacciati fra l'atroce disillu– sione della Grande Società e le barbarie quotidiane perpetrate nel 390

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