Volontà - anno XX - n.4 - aprile 1967

la dello storicismo del Croce, avcvn disconosciuto il valore della scienza o l'aveva relegata a forma inferiore di conoscenza rispetto a quella filosofica. Spirito, rompendo dall'interno stesso l'involucro del ~istcma idealistico, ri• venclica~a i d.iriui delle così deue scienze empiriche. In questa maniera egli si riallacciava al positivismo, depu• randolo però di tutti quegli elementi di dommatica e grossolana metafisica, che avevano contribuito alb sua cri· si e quindi alla rinascita delle filoso– fie idealistiche e spiritualistiche. Il merito di Spirito sta proprio in questo; di aver riproposto, in un am· biente saturo di retorica, il discorso sulla scienza in termini nuovi, quale solo poteva nascere dal recupero dei motivi positivistid e dall'incontro col. l'esperienza idealistica che non poteva essere· rinnegata in blocco. Ed è proprio l'e.5'igenza di conciliare le istanze del positivismo con quelle dell'idealismo, cd insieme il bisogno di chiarire il proprio pensiero, che porta– no Spirito ad daborare il problema del rapporto tra conoscenza scientifica e filosofica. li termine della mediazione dialetti• ca è fornito dal concetto di ricerca, che permette un'interpretazione nuova sulle relazioni che corrono tra scienza e filosofia. La filosofia è concepita dal nostro in maniera hegeliana, come la conclu– sione della vita dello spirito, possesso definitivo della \'erità. Proprio per que· sto essa non può essere condizione presente dell'uomo, ma aspettazione fu. tura, non posizione raggiunta. ma ter– mine di un processo spostato all'infi• nito. La ~cienza d'altra parte non può es– sere più intesa come conoscenza del particolare, chè se fosse tale davvero non sarebbe perciò stesso conoscenza dell'universale, ma semplicemente co· scienza della particolarità del particola re. Essa sola, quindi ha nel presente va– lore pratico e <-onoscitivo; non per questo però vive di vita assoluta. Ben• sì vive per raggiungere la verità nella coscienza dell'universale e nega che tale coscienza già esiste, ma non nega anche la sua possibilità futura, pcrchè altri– menti non avrebbe più ntilla da rag• giungere e quindi da ricercare. « La scienza, puntualizza Spirito, ten– de alla filosofia senza ancora avere la capacità cli convertirsi in essa». Così che il concetto d1 ricerca si identi– fica senz'altro con la scienza, e la filo– sofia è incorporata immanentisticamen– Je in essa, come l'implicito che tende ad esplicitarsi. Ma poi. man mano che si fa più scot. tante. la consapevolezza della propria fi. nitezza, della riduzione esistenziale del– la realtà umana, pare che si sposti sem· pre più lontano l'avvento dello spirito. E la volontà neghittosa, delusa dalla aspettazione escatologica, si ripiega in se stessa in un .-110 di rivolta metafi– sica che porta a rivendicare il valore dell'esperienza puntuale. In questa sor– ta di scoramento U. Spirito giunge ad identificare la vita con l'art.:. li libro La vita come arte pubblicato nel 1941, è la chiara testimonianza di una mente in travaglio dopo che è uscita dall'Ede~ della metafisica, rd insieme il segno di quella «crisi» che ha investito l'Euro– pa e il mondo. . 11 concetto di arte è assunto a si– gnificare "la totalità della vita di ricer· ca di chi è coscienza anelante a una au,10coscienza non raggiunta, ma che intanto vive, giudicando e sceglien~o, tra valori che può sentire fino a g10- 215

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