Volontà - anno XIX- n.6 - giugno 1966

d'una società armoniosa. Ogni rifiuto ed ogni omissione dell'accordo rappresen– ta già in sè un'infrazione al diritto altrui. Se l'anarchjsmo accclla questo fatto, esso si allontana dal principio che è al. la base della sua teoria: il principio dell'uguaglianza dei membri, d'una uguaglian– za assoluta, come risultato logico della !ibertà assoluta di tutti gli individui rag• gn.ippati in comune. Se l'ana1·chismo rifìut=-idi accettare questo fatto, che è la inevitabile cons::-– gucnza d'un simile ordine di rapporti, l'anarchismo deve acceltare la necessità di certe norme. CONCLUSIONE Da quanto esposto risulta che l'anarchismo non è un sogno fantastico, ma una realtà che tende a dare una esistenza, un senso realistico e logico a questa rivolta dello spirito umano contro ogni violenza. Per ciò, esso non deve parlare per finzioni, come ad esempio, "'questa libertà assoluta, illimitata» per niente e per nessuno, questa negazione del dovere, questa irresponsabilità totale, etc. La eierna contraddizione - l'incompatibilità tra l'individuo e la società - sembra insolubile giacchè questa contraddizione appare basata sulla natura stessa dell'uo– mo, sul suo bisogno di personalità e su quello di apertura sociale. Volete, per– tanto, per una fanatica ost:nazione, delle «soluzioni» sociologiche, voler « risol– vere la quadratura del cerchio» significa indebolire se stessi e lasciare senza di– fesa tutto ciò che nella concezione anarchica è incontestabile ed ha una concre– ta validità. Diciamolo con franche1..za: l'anarchismo ammette, e deve ammettere, il « dirit– to», il suo « diritto libertario». Questo diritto non somiglierà nè nello spirito, nè nella forma, alla giurisdizione della società contemporanea, della società bor– ghese, della società capitalistica, così come non somiglierà neppure ai «decreti» della dittatura socialista. Detto diritto non sarà deil'idea di staccare l'individuo dalla collellività; ogni norma, ogni obbligazione non deve pilt servire delle astrazioni - come l'« inte– resse supremo», il « bene comune», etc. - alle quali deve c;acrificarsi l'individuo. Il diritto anarchico non deve essere un torrente di «beni» che si riversano dal– !'« alto», nè potra essere un espediente; esso sarà organicamente provocato da quella inquietudine dello spirito eh:!, sentendo in sè la forLa di creazione, la se– te di azioni creative, realizzerà i suoi desideri nella realtà, in forme accessibili agli uomini. La garanzia di questo diritto sarà la responsabilità per la mia liber• tà e per la libertà degli altri. Come ogni diritto, esso deve essere difeso. La for– ma concreta di questa di[esa·non può essere indicata preventivamente, ma cor– risponderà ai reali bisogni della società in un dato momento. AI.EXEJ OOROVO'f 340

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