Volontà - anno XVII - n.3 - marzo 1964

tenderebbe a provare che qualsiasi azione di vgni essere umano ha diritto ad essere qualificata virLuosa. Forse non v'è alcun uomo che non si ricordi del momento in cui mise in dubbio, segretamente, la divisione della proprietà fatta dalla società umana e si sentì inclinato ad appropriarsi di qualcosa il cui possesso gli appariva de– siderabile. lo tal caso, è probabile che gli uomini siano influenzati dalle stesse considerazioni nella perpetrazione del furto. Sono persuasi della relativa inuti– lità della proprietà nelle mani dell'attuale possessore e dell'inestimabile vantag– gio che essa acquisterebbe nelle proprie; credono che debba essere operato un trasferimento. Non ha alcuna conseguenza che essi non siano sempre fermi in queste opinioni, che le impressioni derivanti dall'educazione inrluenzino la loro mente e che, in un momento di avversità, confessino l'iniquità del loro agire. Non è meno certo che, in quella contingenza, essi agirono nel senso conside– rato giusto. Ma vi è un'altra considerrrzione che sembra ancor pili decisiva circa l'argo– mento che stiamo trattando. Le peggiori azioni, le più contrarie alla giustizia astratta cd alla utilità, sono state frequentemente realizzate per ragioni molto oneste. Clément, Ravaillac, Damiens e Gérard (2) ebbero il loro spinto profon– damente permealo di ansietà per l'eterno benessere della specie umana e, per questo scopo, sacrificarono la loro tranquillità, esponendosi allegramen1e alle torture cd alla morte. Fu la benevolenza, probabilmente, ciò che contribuì di più ad accendere i roghi di Smithficld e ad ::tffilare i pugnali di San Bartolo– meo (3). Gli implicati nella • Congiura delle Polveri» (4) erano, in gran parte, uomini noti, per la santità di vila e per la severità dei costumi. E' tuttavia pro– babile che alcuni desideri ambiziosi ed alcuni sentimenti di odio e repulsione coesistessero con la benevolenza e con la integrità di queste persone cd è pro– babile anche che nessuna azione ingiusta sia st<1la realizzata in base a propositi totalmente puri. Comunque, la frode che si proponevano non poteva certo essere completa, e, quali che fossero le loro opinioni sull'argomento, non potevano cer– to alterare la vera natura dell'azione. La vera soluzione del problema consiste nello sceverare la intenzione con la quale si compie un'azione, che è una cosa, dall'azione stessa, che è altra cosa. Un'azione giusta può essere compiuta con cattiva intenzione: in questo caso, ap– proviamo l'azione, ma condanniamo colui che l'ha compiuta. Una cattiva azione può essere compiuta invece con una giusta intenzione e, in questo ca~, condan– niamo l'azione, però approviamo colui che l'ha compiuta. Se l'intenzione con la quale un uomo è governato tende sistematicamente al beneficio della sua (2) Clément Giacomo, domenicano francese, uccisore di Enrico Ili (1~9; Francesco Ravaillac (1578-1610) uccise Enrico IV; Roberto Damicns, soprannominato Roberto Il Ola\'olo (17JS.l757J fcrl a pu&m1\a1cLuigi XV; Baldassarre ~rard (1~5$-1584) t_1Ccise ~u~iclmo I d'Orang.:. _ (l) Evidente richiamo al massacro degh U&onom a Pan&1, la none del 24 agosto 15,2, deua appunto la • Nollc di S. Bartolomeo•· (4) La • Congiura cldle Polnrl • fu ordita dai canolici co.ntro Giacomo I Stuart che, di na. ~cita canolico, a\'Z\·a nbbracciato l'anglicanismo. In occasione d1 una sessione parlamentare (5 no,. 1 ,cmbre 1604), uua min'I al'rebbc dol'uto far saltare m ~ria il SOl'rano cd i dcpulnti. La congiura fu sventala da una Jcncn anonima e l'oraanh:1.::itore, Guido Fawkes, con i suoi complici, salirono il jhltibolo 181

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