Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

,io storico dello scrittore-proscritto. Noi pensiamo che sarebbe stato pruden. le souolinearc lt: conco1·danzc di vedute, indubbiamente esistenti Ira Lissagaray e \tarx, innestandole in un contesto piU mn. pio ch'è quello di una rivoluzione in (ilC-– ncrnle la quale ha certamente ben indivi• duale dirctti\'e di marcia (in tal senso, non a cnso, abbiamo fauo prect..-derc quc• sie brc\'i noie dallo scritto di Krupatkine); s'è trattato, e, 1 idcntcmentc. di una con• cordanza. autonoma, in cui pili che l'in• fluenza diretta di Marx h:t •giocalo•• in forma preponderante, quel certo comune denominatore di tecnica ri\'Oluzion::iria ;i quale sta alla base di ogni ideologia rivo– luzionaria. A nostro modo di vedere, si commette un errore di prospetti\'a allorchè si vuo– le, per rorza, far colHmnrc la critica lis• sana:arayana sulle incctrcuc della Comu• ne e sul trattamento tentennante delle • a:hiandole genitali• di Versailles con quella di Marx, giacchè la requisitoria del proscritto contro le deficienle, le con– traddizioni e le manche, 1 olezze della Co– mune si ritrova quale «nota• uni\'oca in quanti, sinceri, si .siano occupati della dL sfatta della rivoluzione. L'opera del proscritto Lissagaray resta davvero una «chanson dc gestc du pro1'-. tariat franç: :i.is •• per come la ddìnisce Amédée Dumois nella prefazione della ri• s1ampa del volume (1947, Paris • Rh•il':re): un libro di ba11aglia, che non è esaltazio• ne cicca cd af)OIOE:Clica della Comune, ma affronia l'analisi della ,•iccnda con spiri1O critico cd aperto, con coscienza e scrupo– lo; è un'opcrn magislralc di coerenza sto• rica la quale si raccomanda ai lettori e1 agli studiosi. OSVALDO LASAGNA I C.-istiani 8ono cont1·0 le guerre? (Ed. • l..'l Tramontana• . Lausann<: • 1961, pag. 236 • L. 1.300). È uno studio accurato e minuzioso - condotto dall'autore sulla scoria delle • sa– cre scritture• - per stabilire che il Nuo– \'O Testamento vieta la partecipazione dc-i « cristiani,. alle guerre offensive, o dub– biamcnte difensive, mentre ne ammette la partecipazione, alle guerre di{e11sivc o cgiusle ,._ Di fronte ad una simile impostazione - da un punto di vista filologico incc:;cpibi. le - non possiamo tacere il nostro aperto dissenso, giacchè non è facile stabilire i confini delle a:uerrc difensive da quelle offensive, di quelle •aius1e • da quelle • in– giust.:: •· Quale dovrebbe essere il metro per determinare i rispctth•i limiti? I • di– stinguo •• le • classifica:t:ioni •. • i motivi di spinta,. sono ,•ari e multiformi e le giustificazioni troverebbero sempre degli ottimi apologeti per sos1encrc la giustez. za di un qualsiasi conflitto: la storia, an– che recente, è con noi ad insegnarci che si possono benedire le armi e, eonsciucnte– mente cd implicitamente, dare e far da– re l'adesione a guerre che di difensivo nu!. la hanno. La guerra va bandita in nome di un principio pii1 alto di quello consacrato dal. le • sacre scritture•• dai Padri della Chie– sa, dalle dichiarazioni di pastori C\'ange– lici, ortodossi, anglicani o protesianti L'opera, però contiene un'ansi:;i. c!i • pa. cificaidone » uni\'crsalc cd una sincer:t :i,. spirazione alla pace dei J)Opoli le qunli costituiscono da sole un chiaro inccnth·o nlb lettura. (j. r.) 253

RkJQdWJsaXNoZXIy