Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

che non esiste alcuna prova documenta– ta che Possa far concludere per • un in– tcr\'elllO dircuo dei gruppi anarchici"· E-– sistono, a dire della Me!I, soltanto po– chissime tes<imoni,:mze dalle quò'\li se è lecito concludere che i marinai cr:ino • di. sillusi cd irril~ti d.tlla politica del Partito Comunista e parlavano con odio dei par– titi in generale (ricorda ancnc una ine quivocabile espì·cssione rivolta ni partiti: • ~ic1e tutli della stessa banda: non occor n· nessun 1>011:rc,dobbiamo rag11:iur,(!'crc l'anarchia•), non bisogna però esagerare sulla imponenza dclia influenza degli a– :i.nrchici, che in quel periodo erano aià chiar::imente perseguitali; questa innuen– :,.a • si esercitò nella misura in cui l'anar– chismo propagava l'idea della democrazia opcmi;i •· Non è il caso di procedere a contesta– zione sul q11a11tum dell'innuenz.1 anarchi– ca, che, evidentemente, ci fu: rivendichia– mo, come abbiamo sempre fatto, la ri– \•ol1a di Krnnstadt in sè e per sè, come atto rivoluzion:'.lr-iOin generale, diretto \'er– so un determinato scopo: a quei • rivoh1- :,ionari autentici•• cosl come crono ri1e– r.u1i gli anarchici del tempo e come ben ricorda la Meli, ciò è bastevole. o. s. l'. O. LISSAG,UtAY Storia della Comune Editori Rfoniti, 1962• pag. 572 • L. J.800. Scrive Krop1kine: « Nel lualio 18i0 in– cominci.J,·!\ la terribile guerra franco-lede. S<'.a,r.ella quale Napoleone III e i suoi consiglieri si erano lanciati per salv:ire l'Impero c 1 n una rivoluzione rcpubblica- 11.1 imminenlc. L.1guerra portò una disfai– ;~ schi~cci!\nte, la rovina dell'Impero, il governo 1>rowisorio di Thiers e Gambet- 1--:e la Comune di Parigi, scguj1a da tcn– tc>tivi del medesimo genere a S. EtiennC, 254 come pure a Barcellona e a Cartagena in lsp3(1:na"· • Per l'Internazionale - per coloro, al– meno, che sapevano pensare cd istruirsi in b3Se agli avvenimenti - queste solleva– zioni comunalisle furono una rivelazione. Fatte sollo lo sventolare della bandiera rossa della rivoluzione sociale, che i lavo. rntori difendevano fino aIla morie sulle loro barricale, queste sollevaz.ioni indica– rono quale do\·cv:i essere, quale sarebbe stata probabilmcnle, nelle nazioni latine, 13 forma politica della rivoluzione•- • Non la Repubblica democratica, come si pensava nel 18'!S, ma la COMUNE, li– bera indipendeme, comunista" (cfr. L'A- 11archia). Abbitimo voluto trascrivere quanto il Kropotkine, con senso d'equilibrio, ebbe a scrivere sul dramma della Comune ( 18 mar.w . 28 maggio 1871), perchè ci è par– so che corrispondesse all'insea:narncnto eh'! si ricava dalla lettura del volume del co– munardo Lissagaray; non solo, ma per– chè esiste anche una fotesa di giudizio sulla « questione economica • (non presa in considerazione dai rivoluzionari, per i quali essa era da rinviarsi a dopo il lrion– fo della Comune stessa), la quale non so.. lo ne affrettò la disfatta, ma • dimoslrò che il trionfo di una Comune popolare è materialmente impossibile se uno svilup– po parallelo delle conquiste sul terreno economico non appassiona la massa del Poi>OIO•. L'opera del Lissaaaray (che ebbe la sua prima edizione nel 1876 e la sua seconda e definitiva edizione nel 1896) è stata ora pubblicala, tradotta, da&li Editori Riuni– ti, preceduta da un'introdllzionc di Erne– sto Rngionieri, IOteressan1e invero per la più parte ma dalla quale disscn1iamo quanto ad una probabile - ma non di– mostrata - influenza di Marx sul a:iudi-

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