Volontà - anno XVI - n.2 - febbraio 1963

sarebbe facile stabilire una disciplina tutta esteriore come quella della • Rei– chswehr • - cioè la scuola statale te– desca - ma per noi importa che ogni alunno arrivi a sentire in se stesso Io obbligo di allenersi ad un ordine in– terno e ad una disciplina morale •) a– gli scandalizzati, oltre che essersi di– mostrata positiva, racchiude tutto il senso di libertà di questo esperimento pedagogico. Ho detto niente program– mi e ripartizione delle materie. Ecco come Hans Gocs esemplifica in • Unsere SchuJe • (fase. del febbraio 1922) il metodo del «Gesamtunterrlcht•, cioè appunto dell'insegnamento senza programma fisso che k1sciava l'alunno alla sua naturale spontaneità e volonta– rietà, eliminando ogni obbligo di im– parare un argomento prestabilito. • Un piccolo norvegese, ultimo arriva– to in classe, raccontava molte cose del suo paese. Egli parla un giorno di Nan– sen e della sua spedizione al Polo Nord ed i fonciulli, desiderosi di saperne an• cora di più, domandarono se esisteva un libro in tedesco sull'argomento. li libro • In Nacht und Eis • (Nella not– te e nel ghiaccio) esisteva nella biblio– teca, ma essendo le copie esistenti in• sufiicienti per tutti gli scolari - tra i quali del resto non tutti sapevano leg– gere - si decise di leggerlo in comune ed io ne fui incaricato. Naturalmente i ragazzi vollero vedere subito le illu– strazioni, poi iniziammo la relazione della spedizione. • Durante la metà dell'anno questo li· bro fu il punto di partenza del nostro studio; attraverso la sua lettura fum– mo portati ad esaminare ogni specie cli argomento scientifico, lasciando da par• 1e solo quelli troppo difficili ad abbor• dare dala l'età dei raga7.zi . • La forma e la costruzione delJa na– ve ci occuparono a lungo ed i ragazzi vollero costruirne un modello con le– gno e cartone; qualcuno espresse an– che il desiderio di vedere Wla nave ve– ra per cui andammo a visitare un por– to di mare il quale impressionò tal• mente i ragazzi al punto da far loro dimenticare per una settimana la spe– dizione di Nansen. • Un'altra cosa stimolò poi i ragazzi a proposito della luce elellrica: che cos'è una dinamo? Eccoli allora nel campo della fisica e fu sufficiente far vedere in pratica una dio.imo in atti– vità perchè le loro domande si arre– stassero là senza sentire il bisogno di svelare altri segreti fisici ad essa ine– renti, e, non essendo necessario di ri– spondere che alle domande poste via via dai ragazzi, io non entrai nella que– stione del come la dinamo produce la elettricità. • li fatto che Nansen portò con sè dei vi\'eri diversi onde preservare la spedi– zione dallo scorbuto, spinse gli alunni ad arrestare la lettura delle peripez.ie di Nansen e dei suoi compagni per por– re delle domande di igiene: dalle vita– mine a come e perchò dobbiamo la– vai-ci i denti ed il corpo, Nansen evita ogni bevanda alcolica ai membri della spedizione; entriamo allora nel proble– ma dell'alcol, sulla sua influenza sul– l'organismo e cerchiamo persino delle statistiche sulI'alcolismo. • Ogni fanciullo ha il diritto di di• sintcressarsi all'esame di un dato ar– gomento quando ,1uole; cosl, quando il libro incominciò a parlare ciel ritor– no di Nansen, i ragazzi furono tutti d'accordo di interrompere la lettura perchè ciò che pili li -interessava era 71

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