Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958
Nell'interessante e vivace n1brica « Ri– trovo » del « Pome » 1 Raffaello Marchi in « Problemi della ,•ila sarda» parla della )Jres1azione di lavoro dei fanciulli in Sar– degna. E' una cosa normale « che i figli di piccoli proprietari di terra e di bcstitune aiutino fin dalla 11rima eri, i loro )Jndri, se non altro per condurre i buoi e gli a• gnclli al pa;;colo •· Nelle famiglie ancora più povere, dove il sussistere di1>ende da una giornata di zap1>ao di piccone, j figli ,·engouo inviati uelle famiglie bcne111anti del ,·illaggio: si guadagnano così il nutri– mento cd anche le scarpe: i maschi impa– rano a fare i « lallarcsos », ciot! i portatori di lotte o diventano apprendisti 11astorie le ragazze formo l'aggiudu (i lavori 1lomesti– ei). Ma e lo stato di necessità che obbliga le famiglie a levare i bambini clnlla ~cuoia 11er mnndarli a lavorare e 1m i ln,•ori 1>iù ambiti c'è •111ellodi ,,astore che bisogna incominciare a im11arare fin da bambini 11er « ragioni inerenti alla struttura della pa• storizia sarda • (far fronte ai furti del be– stiame, evirare i conflitti inerenti alle for– me di pro11ric1à privala dei 11ascoli, difon– dersi dall'i11elcmcmm della natura). Le bambine imparano i !Avori domestici per diven1are k bra\'e massaie » ca11aci di am• ministrnre saggiamente, « se non altro, la nuova miseria di una famigli11 ». Non esiste in Sardegna, ira pas1ori, con• tadini e braccianti lo sfrunnmento ccono• mico dell'infanzia; esislono là 11roblemi morali ed educativi come esistono altrO\'C, Per In scuola, ora si e 110ria1iad esag~ rare: vi sono dei miseri braccianti che 11cr lunghi anni si 11rivano di 111110 per rar s1u– diare i loro figli, anche se non hanno 11ar• ticolari disposizioni, 11erchè 11ensnno che 1111 diploma può toglierli dalla miseria. Nella stessa rubrica, Giovanni Grazzini i11 <•Baci (Hl abbracci coniugali » riporta una lettera d11 Si.mli Cattolici (rivisla di teologia 11ra1icacdi1a a Roma) del mese di aprile che, se foMe apparsa su una rivi– sia non cattolica, vi sarebbe slato certa• mente un 11roeessoper oltraggio al pudore. 1 N. 5, maggio 1958, ta Nuo,,a J1alia, Firenze. 414 Spiega la differenza tra onanismo na1urale cd artificiale e quando per la donna, elw l'accetta dal marito, può costituire un pec– cato e quando no. In quanto poi ai baci Ira fidanzati (trat– tato nella stessa rivista canolica nel nume– ro di fobbraio) l'articolista fo •1uesto com– mento: • In un mondo • dc\'astato dal lai– cismo" la lrattazionc, in <1uei lermini, dei problemi sessuali pro,•oea, ohrcchè irrita– zione, ripugnanza e disgusto, e ,·ieppiù al– lontana dal mondo canolico ». G. Thareau in « Hefiexions tur les éve– uemenh1 de mai 1958 », su /.,a rcvolu1.io11 Prolé1<irie1me1 , spic@a come mai le Or@aniz• zazioni sindacali non si siano schierate in difesa della liberti"•, durante gli avvenimen– ti del maggio scorso in Francia. Difendere la Rc1mbblica significa,•a 11cr molti difen– dere un sis1ema 11arlamentarc viziato, cor– rono, che si era com11le1amente scredi1a10 negli ultimi anni, 101110 sul piano della 110• li1ica tlella guerra in Algeria <11mnto su quello della politica interua. Venendo JllC- 110 alle loro pro111eMeelettorali i parla– mentari non avevano intattato gli interessi costituiti mentre avevano bloccato i salari, ,·iduecndo di molto il potere di ac<1uisto dei lavorntori. (I depulati non dimentica– rono 11erò di concedersi un aumento di 100.000 franchi sulla loro indennità par– lamentare). Insomma il sistema parlamen– tare si era dimostralo inetto, incapace e pu– trido. In quei giorni rifiusioni di questo gc• nere si potevano u,lire 1111po' ov1111(1ue: • Non difondcremo i dcpulQti .... i deputali dovrebbero essere im11iccatfecc. ». I lnvo• ratori vogliono invece difendere i loro cli– rilli d'organiuazionc, di riunione, di scio• pero che hanno loro permesso, anraverso i tempi. cli raggiungere miglioramcnli econo– mici e sociali. Sos1ene111lola necessità di un movimento sindacale libero, G. T. enuncia le 1>ossibi- 2 N. 128, giugno 1958, 14 ruc ,le Tracy, Paris Il,
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