Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958
souo fotto. Esse rischiavano, in una parola, di rendermi avaro di gioia e dì vila senza la quale un artista è nulla. Se ho sfuggito, finalmente a <1uel pericolo, ed è proprio qui che io volevo arrivare, lo debbo all'amici• zia, lo debbo a certuni di voi. Per· ciò debbo a loro quasi tutto. Questi uomini sono di tutti i partiti e di tutte le patrie. Sono i miei amici di Francia che sanno che non posso parlare di loro pubblicamente. So. no, rome quesla sera, i miei amici d'lsrnele, dell'esemplare Israele che si vuol distruggere sollo il pretesto dell'anticolouiali.smo, ma della qua– le noi dobbiamo difendere il suo di– ritto cli vivere, noi che siamo stati testimoni del massacro di milioni di ebrei e che !coviamo giusto e buo– no che i sopravissuti creino la pa• tria che non abbiamo saputo nè dar loro nè salvargliela. Sono anche i miei amici dell'Amnica del Sud e in 1rnrticolar modo quelli della Co. lombia, finalmente liberi graziP al– l'inslancabile azione di <1uakhe uo– mo che è u·a di noi ques1a sera ed ai quali tulli noi portiamo lo Stl'S!ò!O rispetto e lo strsso affetto. Ma, io sono cerio, che voi mi per• mettete, per una sera, di simbo1iz. zare <Jucsrn amicizia nella Spagna dell'esilio. Amici spagnoli, siamo in parte dello stesso sangue ed ho verso la voslra patria, la sua lelleratura ed il suo popolo, la sua tradizione, un de– bito che nou estinguerò mai. Ma ho verso di voi, le cui sofferenze e mi– serie non sono ancora cessate, un al. tro debito che voi non conoscete e non potete conoscere. Nella vita di uno scriuore militante, sono neces– sarie delle sorgenti calorose per arri. 192 vare a lottare contro l'oscuramento di cui vi ho parlato e l'aridità che si trova nella lolla. Voi siete stati, voi siete per me una di queste sor• genti e sul mio cammino ho sempre trovata la vostra amicizia attiva, ge– nerosa. La Spagna dell'esilio mi ha sempre mostralo una gratitudine sproporzionata, Gli esiliati spagnoli si sono battuti. durante degli anni e poi hanno accettato fieramente il do· lore in1em1inabile dell'esilio. Io ho soltanto scrilto che essi avevano ra– gione. E solo per questo ho ricevu. to da anni e questa sera ancora negli sguardi che io incontro, la fedele, la leale amicizia spagnola che mi aiuta a vivere. Quest'amicizia, benchè sia immcritala, è la fierezza della mia vita. Essa è, veramente. la sola ri– compensa, che posso desiderare. E vorrei ringraziare voi e molti altri nello stesso tempo, di avere per così lungo tempo nutrito in mc una fame che gli uomini non confessano facil. mcnle e che non ho bisogno di no– minare questa sera, Voglio soltanto dire a tulti che io cercherò di non demeritare questa a• micizia. lo non vi lascio, vi rimango fedeii. Il genere di riputazione che si è ora accompagnato al mio nome, per mezzo delJ'accademia libera di un paese libero, mi sarà più facile accellarlo, sapendo che posso met– terlo al vostro servizio. Voi sapete che non ho l'abitudine di annuncia– re le prossime vittorie e i giorni di festa. Voi ed io sappiamo che le no. stre Ione sono interminabili. Ma so. no la !rama stessa della nostra vita, la nostra vila-slessa. L'essenziale è che noi la viviamo insieme, lealmen• te, calorosamente, con lo stesso cuo• re che io ~ento oggi, ringraziandovi un'ultima volta e dicendovi la gra– titudine del voslro (edele amico. ALBERT CAMUS
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