Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958
UNA PARENTESI POLITICA pntMA l)J rievocare una vicenda politica che ha !atto molto C'hiusso, conviene premettere una 1·011,.,iderazionc di principio: la poli– ti<'u 110n è una eateg:oria connaturata ulla società umarrn come il lavoro o Ja cultura; essa C invece relativa a un determinato ciclo slorico che do. vrà essere su1>erato e che si riassu– me ncll"illu:.ìone di polenza, ovvero ""I potere drlruomo sull'uomo. La politica nasce dal potere che scinde l'uomo in da8si n·onomichc - e si nutre• di 1u11i i problemi che da es– so derivano. Tulle le correnti rivo– luzionarie che mirano alla elimina– zione delle dassi economiche e del– le barriere f'hc ~cindono l'umanità .,ono quindi nella loro essenza« an. tipolilichc >1; il loro immedesimarsi in problemi di politica e di potere misura la loro decadenza come valo– ri ideali. Le crisi dte ricorrono ai noc;tri giorni negli apparati politici di sinistra sono interessanti non tan- 10 11cr i nuovi assestamenti a cui 1>0r- 1auo quanto per il riaCfiorare nel fer– vore della polemica di quei motivi idcoli che la prassi poli1ica ha com– pletamente dimenticato. E' in questo senso che vogliamo rievocare la più importante crisi politica di sinistra di questo dopoguerra italiano: la crisi del partito comunista. La crisi comunista in Italia {u un riflesso pallido df'lla crisi inter– nazionale che inveiStÌ il blocco sovie– tico partendo dal XX congresso mo– scovita. Mu in ltali11 scosse solo lcg– lermeute il corpo sociale e le sue ri– percussioni sono da tempo superate. Tu11avia in quella breve parentesi politica si fece manHesto ciò ch'era latente e si pronunciarono tendenze che sarebbero altrimenti rimaste mute; inohre riapparirono con ne. centi d'attualità - sia pure in modo confoso e (rammentnrio - principi libertari t.-d. umanisti esiliati dalla Storia dopo il 1914. Come tulio il capitalismo mondiale, anche quello ricnle in Italia e l"n,·er 1lc110 che è 1111 bel me111iere quello di ni1>01~di papa, pcrchè ,,e 11e ha111wbc11e/ici 1w11 sofo ecclcsia.~tioi. Esisic per il governo democratico italiano 1111 crimine di vili11cndio ul papa e alla reliRione. L'Osserv<dore Uo,m1110ha a11acca10 in un modo violento lo scrittore francese; fon1e ha dru1ta10 l'occasione che il Peyrcfìllc era in Italia, per spulargli sul \ iso muo il veleno t"he deve :.vere at"tumubto per i suoi libri, la cui sos1.inta non può piacere alla Chieu. Se lo scriuore francese non ha un panato 1roppo cris1allino, se il fondo dei suoi roma,u:i è scm11re 1111 poco scandalis1ico e se lo scandalo egli (fuasi cerca con piacere. non significa che si dchb:i gimlicare l'ar1icolo nltrimcnti che 11cr quello che in e1110 è tleno. Mu ciò clic è vergognoso è l'm1crvc1110 di uno S1a10 straniero nelle faccende in. terne ,lei nustro 1rnc8e e rhe ha avuto come conscguen~.a la de11111wiadel PcyrcfìHe e il St'<1ucstro di 11110 dei suoi libri: I.e cl1iavi di S. Pietro in una 1i110grafìa i1aliann in cui si slava slampnndo. 180
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