Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

mare ciascuno 1a propria villoria 1.:osìche tulli hanno vin10 e nessuno ha perduto. I socialisli <lemocralid auualmente hanno la maggioranza dei deputati al Consiglio Na– zionale, ma le redini del vero potere sono nelle mani di chi detiene la ricche:o:a. Se il popolo lavoratore vorrà dei migliora– menti dovrà conquistarseli da 9è e non at– traverso la rinuncia del proprio potere nel. le mani dei cosidetti « rappresentanti». Disgraziatamente in Isvizzera i lavoratori organizzati sono molto ubbidienti e disci• plinati: non fanno nien1e senza l'ordine dei loro ea1>i e quindi per questa via i progressi saranno sempre molto lenti. E c'è un'apatia generale anche nella gioven– tù che non mostra nessun interesse per i problemi sociali e che preferisce andare al cinema, ballare, frequentare i c:impi sportivi nonostan1c li prezzo elevato di tut– ti qucs1i divertimenti »- Zurigo, novembre 1955. D. A. Uindi8erenz1.1 per i problemi sOciali; co– sì. diffusa oggi in ltalia e nel mondo, }a troviamo anche, ud es., in [svizzera dove, tutlavia, le condizioni di vita economica so,w molto migliori che in Italia. Anche ai lavoratori svizzeri è venuto a mancare quel– lo spirito di resistenza al potere centrale ed alfo auloritii, ai dirigenti ed ai c11pi-par– tito, che sarebbe il fermento più fecondo per ogni movimento di fovormori. And,e in Svizzera si ubbidisce troppo, per pigri– ziti. ,,er conformismo, per mancanza di « impegna» nella vita. Un.a manifestazione di quest'indifferenza noi la troviamo anche in quel 50 per cetllo di asrerwii nelle ele– zioni: in generale, non hanno nulla a che vedere con i chiari propositi astensionis1ici che liarmo significato di condanna del si– stem,1 parlamentare, e di ogni delega-di– potere. È anche quella, quasi sempre, pi– grizia ..•. Fare è necessario « ... Dal punto di vista rivoluzionurio, le probabilità ùi movimenti alla spagnola, in tui ci si impegnerebbe a fondo, sono tal– mente scarse da farti perdere la speranza di \•edt:re in parte almeno realizzato il no• stro ideale prima d'essere al termine del nostro cammino. E ciò influisce sul morale e riduce al minimo le mie at1ivi1à, e quel– le <li mohi altri .•. Blanc Mesnil, dicembre 1955. G. M. f' q11es10. 1mr1roppo, uno stato di :spiri– to diffuso i11 mezzo a noi. Noi vorremmo trovare i11cor11ggiamentialla "ostra attività– nelle condizioni esteriori, mentre dovrem• mo convincerci che /Jrima di tutto <Wvreb– be essere viva i"• noi stessi la volontii de– cisa di influire sugli avvenimenti sociali,. nel senso dell'anarchismo. Se nella .,ituaziorw particolare di ciascun paese. 1101i si può pensare 11duna rivolu– zione prossim11,ciò non dùpensa dalla lot– ta, tlall'essere sempre pre5enri, fii dove una rivendicazione di libertà è in giuoco. l'l/on· ci dispen.ia dal tentare di trovare .soluziuni anarchiche ai tanti problemi sociali del no– stro tempo, di prepararci moralmente Nl intellettualmente per quelle forme di 1:ita sociale che rimarranno u1opisiic/1e fincl1è noi non mostreremo di volerle con lo slu• dio imellige,ue delle si1uazioni sociali, clie· via via viviamo, e con iniziative coraggiose che verso tali forme eccitino anche il pen• siero e l'azione altrui. Notizie dall'Argentina « ... G. è ritornato d,1 Buenos Aires. Do– po qu11lche minuto di interrogazioni egli è divenlato di un nero pessimismo: 111metà degli operai sono peroois1i, la giunta mi• li1arc non sa ancora quale programma ap– plicare, il partilo socialislll è animalo (se cosi si può dire) dai vecchi; i quadri sin– dacali sono quasi inesistenti, i comunisti tcntono di riprendere le truppe della gran– de Confederazione peronista in mano, ecc~ Naturalmente egli ha parl:110 con dei mi- 525

RkJQdWJsaXNoZXIy