Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

di quella moderna concezione dello spirito unumo che vede in esso una allivit:l creatrice, produurice di va– lori. Come l'estetica iog1ese del Set– tecento scoprì la fantasia creatrice del genio, libera dalle regole delle J)OOtichecla.ssiche, così la scienza e– conomica liberale ha scoperto il va– lore positivo, nella vita dell'uomo e della società, di quel momento eco– nomico che 1a morale ascetica stori– co-cristiana aveva condannato come cu1)idigia ed avarizia. Le conseguenze della rivoluzione induslriale sulle masse operaie han– no sollevato la protesta socialista, ma il comunismo è andato pili oltre. eondannando addiritlura il momCnto economico, che per definizione è in– dividuale. Pur proclamandosi mate– riali:,ta, esso ha rinnovato la condan– na ascetica, monastica, esigendo ]a abnel:;azionc dell'individuo con rigo– re anche maggiore di qneJlo antico. Ma il momento economico, il mo– mento dell'interesse individuale, è un momento vitale ed insopprimi– bile. fccondo e quindi indispensabile per la società. Di ciò si è :,ccorto Jo '-te::socomunismo. che è corso ai ri– pari c:,cogitando dei surroga.ti, degli incentivi artificiali per stimolare la produtti\'ità individuale, quando non è ricorso alla disciplina del la– ,·oro forzato. Questa contraddizione interna del comunismo, che è la sua debolezza, mi rende scettico stÙle informazioni statistiche circa ]a ra– piditi'.t dell'incremento della produt– tività del sistema sovietico. Cou{es– ro clic, simile a quell'aristotelico che si rifiutava di guardare dentro il can– nocchiale di Galilei, io mi rifiuto di guardare dentro il cannocchiale of– fertoci da certi statistici. Quella combinazione d, 111etodoli– berale e di metodo socialistico, che oggi sembra imporsi come una ne– cessità storica, non è nitro, a mio avviso, che Jo sviluppo anche sul piano economico deJla libertà, inte– sa modernamente come estrinseca– zione di energie creatrici. La ]ibcr– tì1 infatti non soh..1.ntova difosa ma, in <1uanto principio etico, essa va anche promossa.. Il liberalismo non può limitarsi a difendere la libcr1ì1 del mercato contro i monopoli. non può limitarsi a questo inten•ento ne– gatil'O conlro gli ostacoli artificiali nlla libera concorrenza. ma deve in– ter\'cnire positivamente, cercando di creare le condizioni atte a promuo– vere l'esplicazione di tulle le cncr• gie umane, liberandole, fin dove è possibile, dagli ostacoli che impedi– scono il loro sviluppo. t questa la universale esigenza dei nostri tempi. E <1uiritorno acl uno dei temi di questo convegno, auzi al tema che. cosi come è stato tratlato qui da rappresentanti di tutte Jc razze. mi lw riempito di coraggio e di spe– ranza. Perchè malgrado Jc ansie che ci trm•agliano, c'è di positivo <Jucslo fotto che oggi, a melìt del nostro se– colo, abbiamo una grande idea, una idea monclinle, l'idea d'uno sforzo universale ver sollevare a livelli di vita veramenle umana le masse in, numcrcvoli dei paesi arretrati. Ri– torna, mi serubra, l'ideale cosmopo– litico dei filantropi del Settecento. ma con hen maggiori possibilità. Lo essenziale è che <1uesta iclca non iia semplicemente il prodotto de11a pau– ra del comunismo, ma sia principio a sè stante cli grandioso emancipa– zione e di solidarietà liberale. 301

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