Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954

Certo, noi ci prendiamo la li– bertà di criticare Ja Società, e non siamo solidali dei suoi fatti e d?.i suoi gesti. Certo, noi richiamiamo l'attenzione di coloro che ci Jeggonll o ci ascoltano suJle incoerenze che e– ù;tono tra i principi presentati com~ base dell'esistenza delle civiltà e le loro applicazioni pratiche. A questa critica amara, satirica, ironica, tal– volta umoristica, coloro che si sen– tono colpiti vi ri::lpondano, invece di imbavagliare coloro che li coprono di ridicolo. L'individualista critico, protesta, fa dell'opposizione finchè vi trova ragioni di rialTennare il suo spirito d-i libero-esame. Tra gli individualisti alla nostra maniera, \'e ne sono favorevoli ad una vita quotidiana austera piìa vi– cina alla natura; ve ne sono altri che preferiscono l' esistenza deUe grandi città e dei centri di cultura. Ve ne sono partigiani di un'alimen– tazione in cui tutte Je carni siano bandite ed altri, che sono onnivcri. Ci sono tra di essi degli astemi e dei ,,archi, ma ce ne sono che non vogliono accettare a qµesto proposi– to nessuna servi.tìa: ci sono fra essi dei nudisti, dei ginnosofì, dei cam– peggiatori, ma anche altri presso i quali il nudismo, la ginnosofia, il camp~ggio ed anche Ja cultura :fisica non risvegliano nessun desiderio di vraticarli. La stessa cosa accade J>er la me– dicina ufficiale o i « guaritori :i.. Che ciascuno senza disturbare od impor– tunare iliri ( altri-amico, altri-com. pagno) si comporti come piì1 gli par meglio. L'ho già detto recentemente, ma è bene ricordarlo, perchè lo si dimentica spesso, con il pretesto di occuparsi del« bene» degli altri! 404 Lo stesso atteggiamento verso il problema sessuale e tutto ciò che vi si riattacca, famiglia ed altro. La tendenza deU'« Unico » è per la plu– ralità dell'amicizia e degli affetti, e per le famiglie d'elezione; ma è fuo– ri duhbio che tra gli individualisti « alla nostra ma.niera ,> ci sono degli unicisti in materia di amicizia e di affettività. Non domandano a nessu– no di loro se è eterosessuale, omoses– suale o ambisessuale. Forse, se ne troverebbero di quelli che considera– no la castità come m10 stato che con– viene loro perfettamente. A ciascu– no la propria verità. A condizione che non ,,j sia ncssun"intervento nel modo di comportarsi di ciascuno, nessun ricorso alla frode, alla sleal– tà, nessun tentativo d'influenzare de– gli esseri incapaci o in condizioni di non poter giudicare o di precisarsi fler mancanza di educazione o di (or. mazionc; 1ut10 il resto è affare per– sonale. In nessun caso l'individuali– sta è fautore di inquietudine tra i « suoi >,. Sa dominarsi, rimanere pa– drone d·i sè; governare le sue passio– ni; altrimenti non è che un pagliac– cio o un chiacchierone quando pro– clama la «sovranità dell'individuo>,. In tutti i problemi di questo ge– nere è necessario lasciarne la solu– zione agli interessati direlti. La « re– gola d'oro >) dell'etica individualista an-archica è molto semplice: « occu– pati delle tue faccende e non mesco• larti di quelle altrui ». Dal momento in cui c'è interferenza negli affari altrui ,incomincia lo slittamento ver– so J'anarchismo. In materia d'educazione c'è molto da dire. La tesi individualista è che la madre sia l'educatrice naturale del fllneiullo. Ma questa tesi vuole

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