Volontà - anno VII - n.6-7 - 15 settembre 1953

Ieri così opposti che a s.1cnto poteva– mo comprendere come fossimo sem– pre assieme, Io parl:wo il tedesco così timidamente da non osare ad en– trare in un ristorante; Bruzzi, i1wc– cc er:, cosi indifferente e pretendeva di 1>arlare con tutti il (rances.e - quando in Germaniu vcnh 1 nuo defi– niti « lranzoscn » gli scarafaggi e iJ malumore contro i « vincitori » era grandissimo. Sicchè tra noi due c'e• rano continui contrasti. ln un pri– mo momento, non sapendo proprio dove sbaltcre colla testa, dccidenuuo di recarci alla direzione del giornale comunisla Vie Rote F<1luw, solo per avere qualche indicazione. Il nome del giornale cr:1 ,,cr noi un simbolo: il simbolo degli (< Spar– lakisti » e quello della rivoluzione. In vcri1ì1 l'accoglienza che ricevem– mo (u Hdc (forse sospettarono che fos..~i1110 dei pro,•ocatori o <1m1lcheco– sa di simile) dn spezzare ogni noslro enlu.siasmo ma da spingerci forum– mente ulla riccrc:, degli a,rnrchici. Ma come fare? Come poterne scova– re qualcuno in una im111ens:1città come Berlino, senza indirizzi ed in– dicuzioui, e sopratutto col pericolo d'essere arres1a1i e subito eslr1u1nti in r1alin? Ogni notte che era,•amo obbligati a pernottare in un Hotel era unn uot– te di continui pericoli. Vagabondam– mo 1>ertlue giorni, senzn mctn e in condizioni tali che se ci a\'cs.scro guardati un po' attentamente snrcrn– mo stati arreslati subito. Finalmcn– lc, soffermatici a guar·darc in una e– dicola tro,•ammo esposta una copia del scttimnnnle della Federazione A– narchica Tedesca il Der Freic Arbci– lcr. fu <1uella la nostra rmcora cli salvezza. Sa1>cvun10 che esistevano alcuni giornali come il Der Symfocll• /i.u. e il Der Freier Arbci1er, ma nel. In nostra ansia di trovare subito non avevamo pensato tH guardare e chic. dcrc n <1ualchc rivendita di giornali tali pubblicazioni. Finalmente ave– ,•nmo un indirizzo. In una \'Ìa soli1:1ria del popolMe <1unrt.icre di Lichtenberg, diclro la gtazione di Str:dau-Homruclsburg, in OOdikerslrnssc, in mm botteguccia vi era la sede della Federazione A– narchica e quella J1•lla redazione del giornale. Quando arrh•anuno, dietro al banco del primo locale che funge– va anche da Libreria, trO\'ammo un uomo ancor giovane ma smunto dai 1>alimeu1i. Ci accolse con bonarietà e comprensione. Mi spiegai come po– tei e come le precauzioni lo esigeva– no. Dissi: « Siamo due rituginli po• litici che abbiamo dovuto lasciare l'l1alia e non domandiamo che di CD• trare in relazione coi compagni te– deschi, Non ahbiamo carte, il nostro ,,ero nome non \'i direbbe nulla, sia– mo dei compagni». ·~on indugiò ma solo ci domandò se a\"C\'au10 da dormire, e siccome ~li 1rnrlai dei due giorni 1r11.:rorsia IJcrlino rispo.:e: (C Gut, ora un com– pagno vi accom1,~1gncrà nd un comi– zio dove tro\'erele llltri co111p11gni che non esiteranno ml ospitarvi, r doma– ni, ,,erso le cinque ritornerere qui, potrete parlare con un com pugno che conosce molto bene il movimento i– taliano». Al co1nizio, (orse si erano passata la parola, pcrchè di continuo dei compagni ci por1:w11no il loro pane, che do\'Cva servir loro da cena (vi era allora la Ics.sera del pane e la ra– zione giornaliera era di 125 grammi) e ci sorridevano sem:a parlare. Il giorno dopo, all'ora fissata ci ritrovammo in BOdikerstrnssc. 341

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