Volontà - anno V - n.9 - 1 giugno 1951

« Mi misi dunque a •tudiare il de– linquente nelle carceri e quivi un giorno mi imbattei in un brigante, il Vilella, di una straordinaria agi– Jità ..... ; si vantava cinicamente dei suoi delitti ..... Il Vilella essendo ve– nuto a morte, in una (redda e grigia mattina di novembre, io ne feci l'autopsia, ed ecco all'aprire del cra– nio, app•arire a1l'occipite, proprio a·I punto dove ordinaria1nentc si er .. ge una cresta, una [ossa che io chia– mai oedpitale mediana (pcrchè si approfondiva in mezzo dell'occipi– te, come prese11lano gli animali in– for.iori specie i rosicchianti) e che corrispondeva, come in questi, ad una ipC'rtrofia del vermis, di c1uello ,•hf' ehiamano rervelletto mediano <legl.iurce1l i. ccQursto non fu solo un'ondata, ma un lampo rivelatore. Alla vista di qurl rran-io mi apparve ad un trauo, come una Jarga pianura sol• to un infìn_ito orizzontf', illtnninato il problema della natura del delin– quente. che do, rl, rapprcS('ntare un es~rr riproducc·nte gli jstinti feroci cleJl'urnanità primitiva e pili degli animal'i inferiori..... E ncll' auda– ce iinpresa mi confenuai quando ebbi a fare la perizia del caso Ver– zeri, un delinquente sadico, strupa– tore <li donne, che inostrava gH i– stinti cannibaleschi dei popoli an– tropofagi primitivi e forse degli a. nimali. « li problema rosi complesso del– la c-riminalità non era però con que• ~lo risolto in tutte le sue 11arti. La chia,·e finale mi fu data da un al– tro processo. r1uello Misdea. .... Il Misdca presentava ..... il tipo più fe– roce dell'omicida, presentava i ff"no– mcni dell'epilessia classica eredita• ria in ~è e ne11a famiglia. Allora mi balenò alla mente cht" moJti dei ca• ratteri dei criminali che non erano atavici, coine l'asimmetria facciale, la sclerosi cerebrale, l' impulsività, Ju istantaneità, la quasi periodicità, che io avevo osservato nel delitto, il bisogno del male per il male, fosse– ro caratteri morbosi dell'epilessia rhe si conlondevano insieme a q11el– li clell'atavi~mo )>. Quel « lampo rivelatore >> fu po')• sibile perc·hè già Morel, nel 1857, aveva pubblicato un valoroso trat– tato sulle degenerazjoni fisiche in rapporto a quelle intellctlnali e mo– rali, e :Mort"au de Tours, nel 1860, aveva riaffermato il rapporto. Tut– ta una va-,tu e valorosa letteratura ant ropolog:i<'o-crinijnn le aveva per– corso .la (< divinaziouf' n del Lombro• so. 14 Basti peusare a quella della ,cuoia frenologica. Lomhroso non ff"<'C' d1e portan• il metodo antropologito snl pazzo, sul delinquente, sul cretino, sull'e1>ilct– tico. sull'uomo di genio, innestando la psichiatria sull'antropo]ogia, e ('rf'ando una dourina bio-antropolo– gico-psichiatrica df:'lla degenerazio– ne sempre meno solida e scinprc meno feconda. La sua << filosofia » non è origina• lr~ css(•1ulo lu1'assimilazione clog• malica del malcrialismo 11neccanicisti– eo di Molesehott, di l3uchner e di Czolbue. Il principio sul quale pog– gia tulla la sua opera seientifica è 'tratto dall'antropologia e cons-i~l(' in un concetto essenzialmente natura- u G. ANTONIJ'l,J, I r,recursori di C. l.om - 1Jroso, Torino 1900; C. LoMntwso. l,e no• :ioni ,le/l'antropologia criminale n{!i 11t>11• .~alori antichi, in Rivisu, ~Cif'ntifirn dl>I Di– ritto. 1898. fa-.t·. Hl-lV.

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